Francia al voto
Milioni di francesi alle urne oggi per il primo turno delle presidenziali. I quotidiani parlano di un testa a testa tra il presidente uscente Emmanuel Macron e Marine Le Pen, con la possibilità concreta per quest’ultima di arrivare all’Eliseo. “L’elezione – scrive il Corriere della Sera – diventa di colpo drammatica, dalle conseguenze epocali per la Francia e per l’Europa se a imporsi sarà la leader di estrema destra”. Si ricordano in particolare i suoi legami con il Cremlino, evidenziando come “un’alleata di Putin all’Eliseo, nel cuore dell’Europa, avrebbe ripercussioni enormi anche sulla guerra in Ucraina”. Ad aiutare Le Pen poi la presenza alla sua destra del candidato Zemmour, che in queste settimane le ha permesso di mostrarsi più moderata di quanto non sia realmente, aggiunge nella sua analisi il direttore de La Stampa Massimo Giannini. A ricordare però da dove venga la candidata, un lungo articolo di Repubblica. Su Domani Davide Assael sottolinea poi come dal partito di Le Pen sia arrivata nuovamente la preoccupante proposta di vietare la macellazione rituale. Comunità ebraica ed islamica, scrive Assael, spiegando il significato della macellazione rituale nell’ebraismo, “non hanno mancato di sottolineare che un provvedimento simile costringerebbe ebrei e musulmani a lasciare la Francia”.
Per il Sole 24 Ore, sul fronte Macron, il passo falso è stato non riuscire “a mobilitare davvero i francesi avversari degli opposti radicalismi”. E “il vero protagonista del voto di oggi potrebbe allora risultare l’astensionismo: non è chiaro chi potrà davvero aiutare, ma è comunque un segnale non rassicurante per la democrazia francese e per il presidente stesso”.
I massacri russi a Makariv. “Nelle ultime 24 ore abbiamo trovato i corpi di almeno 132 civili, tra questi ci sono due donne stuprate e poi uccise. Molti uomini avevano le mani legate dietro la schiena e segni di torture. La maggioranza era gettata in fosse comuni, ma ci sono anche sepolture isolate, che sono le più difficili da individuare”, a raccontarlo ai giornalisti il sindaco di Makariv, Vadym Tokar. Qui, come a Bucha e in altre località occupate dai russi e ora liberate, si è abbattuta per settimane la brutalità dei soldati di Mosca, come riportano Corriere, Repubblica, Stampa, dedicando le loro prime pagine a questo ennesimo massacro di civili inermi. Il governo ucraino da ieri ha messo online il sito war.ukraine.ua “per documentare i crimini di guerra” dei russi (Repubblica), che intanto si riorganizzano con 10mila uomini diretti verso il fronte Est per l’assalto al Donbass (Repubblica).
Israele e le azioni antiterrorismo. Barak Lufan, 35 anni e padre di tre figli, è morto venerdì per le ferite riportate nell’attacco terroristico palestinese di Tel Aviv. Si è così aggravato il bilancio delle vittime, salito a tre, dell’attentato che giovedì sera ha colpito nel cuore del paese. Oggi saranno sepolte le altre due persone uccise, Tomer Morad ed Eytam Magini. Intanto le forze di sicurezza israeliane hanno lanciato un’ampia operazione anti-terrorismo su Jenin, da dove proveniva il terrorista. Lo riporta Avvenire, evidenziando come il gruppo terroristico di Hamas stia cercando di incendiare la situazione e lanci appelli affinché “il conflitto si estenda a tutti i villaggi e tutte le città della Cisgiordania”.
Contro la propaganda. Zoya Svetova, giornalista della Novaja Gazeta, racconta a La Stampa il suo lavoro di informare i russi su quanto accade realmente in Ucraina, in contrasto con la propaganda del Cremlino. Propaganda, rileva il Corriere, che si fa sempre più spietata con la falsa accusa di nazismo ora allargata anche ai civili ucraini per giustificare i massacri (che Mosca comunque sminuisce).
Dal ghetto all’Emancipazione. Su Robinson (Repubblica), viene presentata la terza grande mostra del Meis di Ferrara, “Oltre il ghetto: dentro e fuori”. L’esposizione, curata da Andreina Contessa, Simonetta Della Seta, Carlotta Ferrara degli Uberti e Sharon Reichel, prende il via con il 1516 e l’istituzione del ghetto di Venezia e arriva fino allo scoppio della Grande Guerra. “La chiave di lettura del racconto di questi quattro secoli – spiega Pablo Maurette di Robinson – è una condizione esistenziale molto nota agli ebrei: l’esperienza del dentro e del fuori. Il formare e il non formare parte di una comunità. L’essere allo stesso tempo incluso ed escluso”.
Da Sarajevo a Bologna. Sarà inaugurata oggi alle 16 al Museo Ebraico di Bologna la mostra “L’Haggadah di Sarajevo”, curata da Alberto Rizzerio e Danièle Sulewic, alla presenza del il rabbino capo della città Alberto Sermoneta e della direttrice Vincenza Maugeri. “La ‘Haggadah di Sarajevo’ – racconta il Resto del Carlino – è un codice di straordinario valore prodotto in Spagna nella metà del Trecento. Dopo la cacciata degli ebrei del 1492, arriva al Museo Nazionale di Sarajevo. Durante la Seconda Guerra mondiale sfugge ai nazisti perché Dervis Korkut, il bibliotecario, lo nasconde in una moschea, in mezzo ai volumi del Corano”. Il manoscritto sarà anche protetto durante il conflitto del 1992-95, grazie al direttore del Museo nazionale Enver Imanovic.
Segnalibro. Il Corriere Lettura torna sull’uscita in Italia di Stalingrado di Vasilij Grossman (Adelphi), invitando a leggerlo per la sua “potenza narrativa, lo slancio etico, la pietas per gli umani destini, l’intelligenza nei fatti, lo strazio per il secolo breve appena concluso con tutti i suoi orrori”. Nelle stesse pagine si riflette sulla storia della multietnica Galizia, tra radici ebraiche, terre contese e brutali repressioni.
Un passato da sfollati. “Quando in tv sento le sirene dell’Ucraina penso a quelle che suonavano a Varese, dove ero sfollata. Allora dovevamo uscire di casa vestiti alla bell’e meglio e stare nei prati, con papà che mi proteggeva col corpo. E poi l’insegnante di matematica a cui dissi “a domani” e lei “penso di no, sono ebrea”. Terribile”. È il racconto di Ornella Vanoni, 87 anni, di un momento della sua infanzia durante la seconda guerra mondiale (Repubblica). La cantante sarà presente al concerto del Primo maggio a Roma.
Daniel Reichel