Ebrei, politica, Rinascimento:
una nuova stagione di studi
Il contributo ebraico alla vita “politica” del lungo Rinascimento italiano, nei secoli cioè che vanno dal Due al Seicento, è in genere sottostimato o comunque poco studiato. Ad aprire una nuova stagione di ricerca il progetto “Jews in Politics in Long Renaissance Italy”, avviato dall’École française di Roma in collaborazione con Università Sapienza, Università di Amburgo, Università di Pisa e Università della Calabria. Una conferenza internazionale in svolgimento nella Capitale sta permettendo di fissare i primi punti fermi rispetto a uno sforzo che si andrà ad articolare per la durata di ben cinque anni. Dopo l’esordio nelle aule della Sapienza, i lavori stanno proseguendo presso la prestigiosa istituzione culturale d’Oltralpe. Con tante questioni al centro: dallo studio di alcuni responsa rabbinici duecenteschi a un focus su concetti come “retorica della fedeltà” e “linguaggio della protesta”, passando anche attraverso l’analisi di vicende locali con valore di paradigma. Il primo tassello di un work in progress aperto anche ad ulteriori collaborazioni.
“Le fonti su questo tema sono in gran parte inaspettate e poco utilizzate. Il progetto risalta pertanto per la sua originalità e si annuncia come molto promettente” le considerazioni espresse in avvio da Brigitte Marin, la direttrice dell’École française. Non è un caso, quindi, “che sia tra i programmi strutturanti della nostra istituzione”. Il lavoro, ha poi aggiunto Marin, “sarà basato sul cuore del mestiere dello storico: la ricerca sulle fonti”. Ad essere letto anche un messaggio della presidente UCEI Noemi Di Segni, che ha menzionato alcuni snodi fondamentali nel rapporto tra ebrei e politica e rinnovato la sfida, per il mondo ebraico, di essere portatore costante di valori, partecipazione e integrazione.