Mireille Knoll e Sarah Halimi,
un nuovo spazio per ricordare

Tra qualche giorno la cittadina di Nogent-sur-Marne, alle porte di Parigi, festeggerà l’inaugurazione di un nuovo spazio verde. Porterà il nome di due donne diventate, loro malgrado, un simbolo: Mireille Knoll e Sarah Halimi. Entrambe vittime dell’integralismo islamico che le ha uccise in modo brutale suscitando sgomento e orrore nel Paese. Sarà, per la Francia, una nuova occasione per riflettere. E per confrontarsi con queste ferite. “L’antisemitismo di matrice islamica è un problema enorme. Ma non sono sicuro che i miei connazionali ne siano realmente consapevoli. Vedo in giro troppo disinteresse, individualismo, menefreghismo. Il futuro degli ebrei francesi si annuncia in salita. Vorrei dire parole più ottimistiche ma non sarei sincero: purtroppo la penso così” dice Daniel Knoll, il figlio di Mireille, a Pagine Ebraiche. Una sintesi cui è arrivato in questi anni di elaborazione del lutto e osservazione attenta della società. “C’è bisogno – insiste – che il Paese apra gli occhi; che non si giri attorno alle questioni, ma si vada dritti al punto; che si chiamino le cose con il loro nome e si agisca di conseguenza. A livello repressivo, certo, ma non solo. Serve un impegno più forte anche a livello culturale”. Daniel sta trascorrendo un periodo di vacanza nelle Filippine (“Un Paese meraviglioso, dove l’antisemitismo non esiste”). Ma dal suo ritorno in Francia a metà settembre è intenzionato a battersi per la realizzazione di un vecchio sogno: l’istituzione, a livello governativo, di una ‘giornata Mireille Knoll’ per le scuole. Un appuntamento dedicato a tutte le vittime del radicalismo (“Ebrei e non, come il professor Paty ad esempio”) e alla costruzione di progetti educativi orientati alla convivenza e alla trasmissione di valori. “L’ex ministro dell’Istruzione ci aveva dato l’ok. Si tratta ora di riavviare un dialogo con il suo successore, facendo sì che vi sia continuità in questo sforzo”, spiega Knoll. “In questo caso almeno – sorride – sono ottimista”. Daniel avverte in generale una certa solitudine. “Ci sono stati momenti di mobilitazione importanti, ad esempio dopo l’incredibile sentenza che ha pregiudicato l’impossibilità di mandare a giudizio l’assassino di Sarah Halimi. Ma ho l’impressione che, a parte ciò, la partecipazione non sia sufficiente. Abbiamo assistito in questi anni ad episodi orribili, ma la reazione della Francia non è stata all’altezza. È come se, scientemente, si fosse deciso di chiudere gli occhi”. Tra gli amici c’è senz’altro un imam coraggioso, Hassen Chalghoumi, da anni sotto scorta per la sua lotta al fondamentalismo. “Una persona meravigliosa, ma purtroppo isolata dal suo stesso mondo. E questo è emblematico della realtà in cui ci muoviamo”, afferma Daniel. Lo sconforto però non ha il sopravvento sui suoi propositi: “Fin quando mi sarà possibile farò di tutto per risvegliare le coscienze. Per far sì che la Francia si ridesti dal suo torpore”.

a.s twitter @asmulevichmoked

(Nell’immagine Daniel Knoll e William Attal, il fratello di Sarah Halimi)

(14 settembre 2022)