Erdogan, conferma nelle urne:
“Sarà il secolo della Turchia”
Con il 52,1% dei voti Erdogan resta presidente della Turchia. Un esito previsto da molti, anche se il “Sultano” appare meno forte di un tempo. “La nostra gente ci ha dato fiducia ancora una volta, questa vittoria apre le porte al secolo della Turchia”, le sue prime dichiarazioni al termine dello spoglio. Alla vigilia il suo sfidante, Kemal Kilicdaroglu, aveva invitato “ad andare alle urne per liberarci da un regime autoritario e per l’arrivo della libertà e della democrazia”.
“Polarizzante e popolare, autocratico e paterno, calcolatore e spericolato. Recep Tayyip Erdogan è il politico più camaleontico e più longevo che la Turchia abbia mai avuto”, sottolinea il Corriere nel tracciarne un profilo. “Nel 2003 ha conquistato il suo popolo facendo della libertà di espressione il suo cavallo di battaglia in modo da superare la laicità esasperata dello Stato, imposta dal fondatore della Repubblica Kemal Atatürk. In quell’epoca Baba Tayyip, come lo chiamano affettuosamente i suoi elettori, predicava l’apertura alle minoranze e la tolleranza”. Dieci anni dopo, invece, “ha cambiato totalmente passo mostrando un volto autoritario e sprezzante”. Punto di non ritorno, si ricorda, “è stata la rivolta di Gezi Park, di cui ricorre proprio adesso l’anniversario”.
L’Italia del cinema è tornata a mani vuote dal Festival di Cannes. Ma di uno dei film in concorso si continua ancora a parlare diffusamente: si tratta di “Rapito”, l’ultimo lavoro di Marco Bellocchio, che racconta la storia del rapimento del piccolo Edgardo Mortara da parte della chiesa di Pio IX. Un atto di violenza, da molti dimenticato, che pone al centro molteplici questioni. “Rivangare il caso Mortara oggi significa anche riproporre una discussione sulla storia del Risorgimento e sulle diverse visioni della figura di Pio IX. Le recensioni che in questi giorni sono state pubblicate risentono anche del peso di queste polemiche, mai sopite, anche se stupiscono un po’ le difese d’ufficio dell’ultimo papa re. Ma c’è di mezzo anche, e non di poco conto, la storia dei rapporti tra ebraismo e cristianesimo”, rileva al riguardo il rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni in un suo intervento su Repubblica. In questo senso, prosegue il rav, “il tema delle conversioni, della pressione conversionistica, e in particolare delle conversioni dei minori ‘invitis parentibus’, ossia contro la volontà dei genitori, è stato sempre un nervo scoperto”.
Da Cannes è tornato a casa con il secondo premio della rassegna Jonathan Glazer, che si è aggiudicato il Grand Prix per il suo “The Zone of Interest”. Il regista inglese, intervistato dal Messaggero, spiega di aver lavorato intensamente su carte e testimonianze: “Sono andato ad Auschwitz, ovviamente. Poi ho passato due anni sui libri, ho consultato i documenti di archivio, ascoltato le testimonianze dei sopravvissuti all’Olocausto. Mi ha colpito il fatto che della famiglia Höss siano rimaste pochissime tracce: ne ha parlato una donna scampata al lager, non posso dimenticare il suo furore”.
È in corso una trattativa tra il Partito Popolare e Giorgia Meloni per concretizzare, a livello europeo, un’alleanza con i Conservatori. Una delle condizioni poste sarebbe la cancellazione della fiamma dal logo di Fratelli d’Italia. Repubblica tra gli altri registra delle reazioni negative tra vari rappresentanti di vertice di Fdi e della maggioranza di governo: “La Fiamma lì è, e lì rimarrà, anche in vista del cruciale cimento del 2024. L’Europa però non è l’Italia del melonismo, specie in Germania c’è una sensibilità diversa sulle radici della destra”. E la Fiamma, viene evidenziato, “reca con sé un carico simbolico che suscita riserve e diffidenze”.
Il Giornale racconta della presenza di “politici e deputati dei partiti della sinistra ‘ufficiale’ a un evento del mondo pro-Hamas, il ventesimo congresso della Conferenza europea dei palestinesi, celebrato nel fine settimana a Malmö”. Anche un’italiana, si legge, “ha aderito a questo evento politico: Stefania Ascari, deputata dei 5 Stelle figura fra i partecipanti alla kermesse, salutata con soddisfazione da ‘Quds News Network’, agenzia ritenuta associata ad Hamas”.
Sul Fatto Quotidiano si dà una lettura critica rispetto alle recenti erogazioni del governo israeliano a istituzioni di riferimento del mondo dei haredim. Secondo il Fatto “il volto dell’unica democrazia in Medio Oriente” si starebbe trasformando “in qualcosa che si avvicina all’Iran degli ayatollah”.
Adam Smulevich
(29 maggio 2023)