ANTISEMITISMO –
Parla Chalgoumi, “l’imam degli ebrei”
L’intervista alla vigilia di un fatto di sangue a Lione

Per i suoi detrattori è “l’imam degli ebrei”. Un titolo di cui Hassen Chalghoumi, il presidente della conferenza degli imam di Francia, va fiero. È il prezzo del suo parlare chiaro, del suo denunciare senza sconti il forte antisemitismo di alcuni ambienti dell’Islam transalpino. Coerenza e coraggio che hanno come conseguenza una vita sotto scorta per via delle numerose minacce ricevute. Oggi, come in passato l’imam di Drancy non si sottrae. “Alla Comunità ebraica francese, vittima in questi giorni di ripetuti attacchi antisemiti, manifestazioni di odio e cortei orribili in cui si è gridato ‘morte agli ebrei’, rivolgo e confermo tutto il mio sostegno”, afferma Chalghoumi, parlando con Pagine Ebraiche di venerdì, il giorno più sacro della settimana nell’Islam. “La minaccia antisemita, già all’origine in questi anni di episodi terrificanti in Francia, proviene oggi in particolare da tre fronti. Il primo è l’islamismo radicale alimentato da organizzazioni come i Fratelli Musulmani, artefici di una strategia dell’odio basata sulla strumentalizzazione del conflitto israelo-palestinese per fini politici”, denuncia l’imam. “Un altro fronte”, prosegue, “è quello costituito dal nazionalismo arabo risorgente: lo vediamo esprimersi con sempre più irruenza, veicolato anche a livello informativo da media come Al Jazeera”. E poi, prosegue l’imam, “c’è l’estrema sinistra”. Chalghoumi si dichiara “atterrito” per “quello che ho visto fare e dire in alcune manifestazioni anti-israeliane dove questi tre mondi si sono incontrati e saldati; in Francia, in Belgio, in Inghilterra…“. Si è incitato in quelle piazze “a Hamas, un gruppo terroristico spregevole che vuole la distruzione di Israele e tiene in ostaggio non soltanto dei civili israeliani, ma gli stessi palestinesi”.
In questo clima, Chalgoumi è facile profeta: sabato una donna ebrea di Lione è stata accoltellata sulla porta di casa mentre la stessa porta è stata sfregiata con una svastica: la polizia francese non ha tuttavia voluto parlare di atto antisemita.
Dovere dei musulmani d’Europa, riprende l’imam, “è quello di impegnarsi per una cultura di convivenza e pace: l’ho ribadito anche nella preghiera di questo venerdì, rivolgendomi ai fedeli”. Non tutti l’hanno ascoltato. “C’è purtroppo, tra tanti nostri giovani, un problema di ignoranza. Sanno poco o niente di quel che davvero succede e le informazioni le raccolgono in genere dai social network, dove l’odio antisemita dilaga. È difficile parlare con loro, farsi comprendere”, spiega l’imam. Chalghoumi vorrebbe sentirsi meno solo, ma tra i suoi colleghi “pochi hanno il coraggio di esporsi e molti sono purtroppo portatori di un messaggio radicale: per combatterlo serve tutta la forza della legge con i suoi strumenti repressivi, tutta la forza della Repubblica”. L’imam di Drancy ha un obiettivo: organizzare per il prossimo futuro un corteo congiunto di ebrei e musulmani, “per ribadire un messaggio di unità più che mai indispensabile, davanti a questa ondata di odio terrificante “. Servirà forse “che il conflitto entri in una fase meno drammatica e che alcuni animi si calmino”.

Foto di Guillaume from Paris, France – #JeSuisCharlie, CC BY 2.0