LA TESTIMONIANZA – Gli ebrei di Djerba: dalla festa alla paura in poche ore (terza e ultima parte)

A Djerba le tre religioni hanno vissuto in pace, ma a causa di quest’ultimo conflitto le cose sono cambiate e il pericolo per la popolazione ebraica è concreto. Mi dicono che non è facile cambiare vita ed emigrare in Israele, dove il costo della vita è molto alto, dove c’è la guerra, e con le persone anziane che faticano ad adattarsi a una nuova realtà tanto amata quanto difficile. Ma forse questa è, alla fine, la scelta migliore. Noi ebrei libici pensavamo che fosse una disgrazia lasciare la Libia nel 1967: oggi tutti considerano quel giorno il giorno della liberazione e della rinascita, in Italia e in Israele.
Prima della mia partenza avevo programmato una visita alla sinagoga di El Hamma a Gabes (Tunisia continentale) dov’è sepolto il grande rabbino Marabi. Avevo già preso accordi con l’autista per andarci il lunedì 9 ottobre. A seguito del massacro in Israele sono invece stato costretto a restare in albergo – ero l’ultimo ospite. Così la sera sono andato a salutare gli amici della Hara, il quartiere ebraico di Djerba. Il clima era completamente diverso da quello del giorno del mio arrivo. Tutto buio, scuro, strade deserte e un grande silenzio al contempo agghiacciante e assordante. Erano tutti chiusi in casa. Dopo aver salutato, ho preso un taxi per tornare all’hotel.
Pochi giorni dopo leggo la seguente notizia su nova news. “In Tunisia la sinagoga della città-oasi di El Hamma, a circa trenta chilometri a ovest di Gabes, nel sud-est del Paese nordafricano, è stata profanata, incendiata e distrutta da centinaia di rivoltosi la notte tra il 17 e il 18 ottobre. L’emittente radiofonica locale ‘Elyssa Fm’ riferisce che alcuni giovani hanno assaltato il luogo di culto per protestare contro il presunto bombardamento israeliano contro l’Ospedale battista di Gaza, issando la bandiera palestinese sul tetto della sinagoga in fiamme. Anche la pagina Facebook ‘Tunigate’, che conta circa 88 mila iscritti, ha pubblicato un video dell’assalto e lo stesso ha fatto ‘Radio Bousalem’, seguita da 83 mila utenti: la stragrande maggioranza dei commenti a questi video accoglie con favore questi atti. L’edificio è stato quasi completamente raso al suolo. Al momento non si registrano reazioni ufficiali da parte delle autorità tunisine. Vale la pena ricordare che il giorno dopo l’attentato del 9 maggio 2023 a Djerba che provocò cinque vittime, tra cui due pellegrini ebrei francesi uccisi davanti alla sinagoga di Ghriba, le autorità avevano smentito il carattere antisemita dell’attacco.” Di recente mi è stato riferito che alcuni ebrei sono stati costretti a prendere in mano la bandiera palestinese. Tornato a Roma sono stato contattato da alcuni amici di Djerba che mi hanno chiesto aiuto per poter emigrare in modo discreto passando dall‘Italia. Ho risposto che ero disponibile. Rimaniamo in contatto e, a seconda degli sviluppi, siamo pronti ad agire.
Solo a metà novembre mi è stata data la buona notizia che presto alcune famiglie di Djerba partiranno per sempre per Israele. Nel Nord Africa rimangono ebrei solamente in Marocco e in Tunisia. In Libia e in Algeria di ebrei non ce ne sono più, in Egitto sono pochissimi. A quelli che nonostante l’età e la difficoltà cercano di vendere casa a Djerba per comprarne una in Israele dobbiamo augurare tanto successo. Ma mi dicono che trasferirsi in Israele è il loro sogno. Bashana Abba Be Yerushalaim!

David Gerbi, psicologo e psicoanalista junghiano

Gli ebrei di Djerba: dalla festa alla paura in poche ore (prima parte) – Continua a leggere
Gli ebrei di Djerba: dalla festa alla paura in poche ore (seconda parte) – Continua a leggere