DAI GIORNALI DI OGGI
Bokertov 20 febbraio 2024

“Così rapiscono i bambini” titola La Stampa, descrivendo i video pubblicati dall’esercito israeliano che documentano il rapimento della famiglia Bibas. Telecamere di sicurezza immortalano i terroristi di Hamas mentre portano via la madre Shiri, con i piccoli Ariel e Kfir, di solo un anno. “Immagini che strappano il cuore”, ha commentato Netanyahu. Sul destino della famiglia Bibas ci sono molte preoccupazioni. Intanto, aggiunge la Stampa, “negli ultimi giorni sono stati distribuiti nella Striscia nuovi messaggi di invito per la popolazione a scambiare informazioni sugli israeliani sequestrati da Hamas e dagli altri gruppi armati con una ricompensa in denaro”.

“Con Hamas non si convive”, spiega ai lettori di Repubblica Dina Porat, accademica israeliana. Lo testimonia lo statuto del movimento terroristico del 1988, mai disconosciuto e in cui si incita allo sterminio degli ebrei. Leggerlo, scrive Porat, “significa guardare in faccia l’odio che ci circonda. E avendolo fatto, è difficile andare avanti con ottimismo”.

Per Michele Silenzi, firma del Foglio, “l’Occidente non tollera che Israele si rivolti contro il suo destino di vittima”. “La modestia delle parole dei politici europei su Israele, gli sterili appelli al cessate il fuoco – scrive Silenzi – mostra la modestia non solo della classe dirigente ma dello spirito di un quadrante sociale e culturale che sembra aver perso il senso stesso della propria esistenza”. Sulle stesse pagine, Adriano Sofri afferma invece che “chiedere tregua a una democrazia è lecito, chiederla a Hamas è retorica”.

L’artista israeliana Noa il 23 febbraio è protagonista di un concerto di canzoni partenopee al Teatro Trianon Viviani di Napoli. “Ho amato Napoli sin dal primo momento in cui vi sono arrivata, – racconta Noa in un’intervista al Corriere – per la sua pazzia, la sua gioia, la sua compassione e il suo amore per la vita nonostante la sua infelicità, la sua sfida contro le autorità”.

Nuove polemiche sul cantante Ghali dopo quelle su Sanremo e la sua dichiarazione dal palco “stop al genocidio.” In un post Ghali ha ringraziato l’Associazione dei palestinesi in Italia (Api) che aveva espresso sostegno nei suoi confronti. L’Api però, sottolinea il Corriere, fa capo a Mohammed Hannoun, considerato un punto di riferimento di Hamas in Italia.

L’editore Guanda ripropone “Tutto ciò che ho amato” di Aharon Appelfeld, storia di una famiglia ebraica all’alba della Shoah. Appelfeld, scrive il Corriere, “riesce a farti sentire che questa storia, in fondo comune, è lo specchio nel quale sta per sorgere una immensa, incredibile, catastrofe umana”. Su Avvenire invece Massimo Giuliani recensisce “Storia culturale degli ebrei” (il Mulino) di Piero Stefani e Davide Assael. Un lavoro che spinge “i lettori a interrogarsi su quanto c’è di ebraico nel dna della cultura occidentale”.

Il ruolo della comicità e dell’ironia nelle diverse tradizioni e culture è al centro di un articolo di Carlo Pizzati su Repubblica. Si cita anche il Talmud: “Racconta del profeta Elijah che indica due persone al mercato che avranno una parte del Regno del futuro. Sono i giullari che rallegrano la gente quand’è triste e fanno far pace tra chi litiga”. Baal Shem Tov, fondatore del Chassidismo, scrive Pizzati diceva: “Lo humour è quella cosa che porta la mente di una persona da un luogo di coscienza costretto a un luogo di coscienza espanso”.