DAI GIORNALI DI OGGI
Bokertov 21 febbraio 2024

Sui giornali si parla della possibile fuga in Egitto di Yahya Sinwar, leader di Hamas e pianificatore del massacro del 7 ottobre. Lo scenario è stato ipotizzato da una testata saudita, secondo la quale il terrorista si sarebbe rifugiato nel Sinai assieme al fratello e ad alcuni ostaggi. “Quelle aree della penisola sono state militarizzate dal presidente Abdel Fattah Al Sisi fin dal 2014 e sembra improbabile che il capo di Hamas possa evadere i controlli dell’esercito”, riporta il Corriere della Sera. E “soprattutto molto improbabile che gli egiziani trattengano gli eventuali rapiti”.

Deputati della sinistra radicale e del partito ecologista francese hanno chiesto al Comitato olimpico internazionale che gli atleti israeliani partecipino ai prossimi Giochi di Parigi senza bandiera, da neutrali. Per il Foglio non sorprende che l’iniziativa sia stata promossa tra gli altri da François Ruffin, deputato tra i più in vista di France insoumise. Ossia il partito che, dal 7 ottobre in poi, “si è sempre rifiutato di qualificare Hamas come organizzazione terroristica”.

In una intervista con le testate del Quotidiano Nazionale, l’ex 007 Marco Mancini esorta l’Italia a tenere la guardia alta contro il terrorismo. “Ritengo che la rete di Hamas sia presente anche qui”, dichiara. “La capacità di penetrazione, con l’Iran dietro le quinte, è molto forte. I fanatici sono ovunque e costituiscono un pericolo”.

“All’Eurofestival una canzone sul 7 ottobre”, titola Libero, riprendendo una anticipazione di Israel Hayom riguardo al brano indicato dall’artista israeliana Eden Golan, in gara al concorso, che dovrebbe intitolarsi October Rain.

Il 22 febbraio di 80 anni partì da Fossoli il primo convoglio diretto ad Auschwitz. Tra i pochi deportati a fare ritorno ci fu Primo Levi. Su Repubblica una ricostruzione di quel viaggio da parte di Marcello Pezzetti, che sottolinea come Auschwitz fosse allora, per Levi e per gli altri deportati, “un nome privo di significato”.

Il Corriere anticipa alcune riflessioni di Liliana Segre sulla morte di Aleksei Navalny, per il settimanale Oggi. “Se c’è una cosa che Navalny ha mostrato è che, per quanto vessati, impotenti non si è mai”, scrive Segre. E questo “neanche se tutto ci viene tolto” e “ci viene sottratta la possibilità di rivendicare il nostro diritto alla libertà”.