GAZA – “Perché i numeri sui decessi non corrispondono al vero”

Trentamila, in maggioranza donne e bambini. È il numero di civili morti a Gaza, per lo meno secondo il Ministero della Salute, controllato da Hamas. Numeri definiti “fake”, falsi, da Abraham Wyner, docente di Statistica e Data Science alla Wharton School dell’Università della Pennsylvania e co-rettore della Wharton Sports Analytics and Business Initiative. Lo scorso 7 marzo ha firmato sul Tablet un articolo intitolato “How the Gaza Ministry of Health Fakes Casualty Numbers”, in cui spiega come i numeri stessi dimostrino quanto denuncia.
I dati disponibili non sono molti, ma per Wyner bastano: dal 26 ottobre al 10 novembre 2023, per esempio, il Ministero della Sanità di Gaza ha pubblicato quotidianamente dati sulle vittime, specificandone il totale e il numero di donne e bambini. Ma il grafico dei decessi totali aumenta con una linearità “da metronomo”. Eccessiva. Sarebbe realistico aspettarsi una variabilità, ma le vittime aumentano di un numero sempre troppo simile a se stesso. Sarebbe normale ci fossero giorni in cui ne viene registrato il doppio, rispetto all’aumento medio, e in altri la metà.
Numeri sospetti.
La variazione del numero di vittime tra i bambini dovrebbe seguire la variazione tra le donne, correlato a quanti edifici residenziali sono colpiti, con una variabilità alta sul totale ma bassa rispetto alla percentuale di decessi tra i gruppi. Se vengono uccise molte donne dovrebbe esserci un gran numero di vittime tra i bambini, e viceversa. La mancata correlazione suggerisce i numeri non siano reali.
Sia queste che le numerose ulteriori anomalie potrebbero essere solo errori, o più probabilmente una prova che i conteggi sono solo vagamente connessi alla realtà. È possibile il ministero di Hamas abbia stabilito arbitrariamente il totale giornaliero, assegnandone circa il 70% a donne e bambini e dividendo l’importo in modo casuale di giorno in giorno, per poi inserire il numero di uomini necessario per arrivare al totale predeterminato.
È strano che 70% delle vittime siano donne e bambini e il 25% della popolazione sia composta da uomini adulti… a meno che Israele non stia riuscendo a eliminare i combattenti di Hamas. Cosa improbabile, i numeri come minimo sono molto imprecisi, se non falsificati.
Ancora: il 15 febbraio Hamas ha ammesso di aver perso 6 mila dei suoi combattenti, oltre il 20% delle vittime riportate. Ma se il 70% delle vittime sono donne e bambini, e il 20% sono combattenti, o Israele riesce a non uccidere uomini non combattenti, oppure quasi tutti gli uomini a Gaza combattono per Hamas.
Gli osservatori internazionali sono assenti, è impossibile determinare il totale delle morti, né distinguere i soldati dai bambini. Tutte le morti sono attribuite a Israele, anche se sono dovute a esplosioni accidentali, razzi mal diretti, uccisioni deliberate o battaglie interne.
Il conteggio delle vittime civili probabilmente è di molto sovrastimato: per Israele sarebbero stati uccisi 12 mila combattenti di Hamas, e – se la cifra è corretta – il rapporto tra vittime non combattenti e combattenti è molto basso rispetto agli standard di una guerra combattuta in centri abitati: un successo nel prevenire la perdita di civili, quelli che per di più vengono usati da Hamas come scudi umani.