DAI GIORNALI DI OGGI
Bokertov 22 marzo 2024

L’allarme antisemitismo è stato al centro dell’incontro tra la ministra dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini e i rettori. Tra le misure condivise, riporta il Corriere della Sera, il «no ai blindati delle forze dell’ordine davanti agli atenei» e il «sì al dialogo nel rispetto delle regole di una convivenza civile, il pieno coinvolgimento delle associazioni degli studenti riconosciute e un pool» contro gli episodi di intolleranza. «Abbiamo condiviso una stessa preoccupazione e registrato una comune condanna della violenza», dichiara la ministra a Repubblica. Bernini sottolinea che «è interesse del paese salvaguardare questi luoghi di democrazia» e auspica «che la sinistra, che ha nel dna la battaglia contro l’estremismo, sappia fare la sua parte».

«C’è un clima grave e deludente perché questo avviene in un contesto universitario, un luogo deputato all’analisi della complessità e alla comprensione dei problemi», spiega la presidente Ucei Noemi Di Segni al Corriere della Sera. Al momento sta accadendo il contrario: «Massima distorsione delle questioni, appiattimento e discriminazione». Preoccupa in particolare Di Segni «la sostanziale perdita di responsabilità da parte di rettori e senati accademici che si piegano a pressioni chiaramente violente come le occupazioni dei collettivi studenteschi».

A Torino insegna tra gli altri Luca Ricolfi. Con La Stampa il sociologo e politologo parla di «antisemitismo conclamato» e denuncia «una forma inedita di razzismo, che perseguita — o invita a perseguitare — le persone non per gli atti di cui sono responsabili, ma per i loro caratteri ascritti: etnia, nazionalità, sesso». Secondo Ricolfi «è la fine della civiltà liberale».

«Pretendere che solo Israele si confronti con regole morali astratte è antisemitismo», dice al Giornale lo storico Brunello Mantelli, tra i promotori di un appello contro il boicottaggio degli atenei israeliani. «Gli stessi che si mobilitano poi non muovono un dito su Tibet, Sud Sudan, Yemen, o sull’Iran che arresta le donne per un velo messo male».

«Finalmente un po’ di coraggio all’università», scrive Libero. «Succede a Bologna dove il rettore, stanco degli insulti, toglie il microfono a qualche sciagurata che pensa che la Palestina si difenda offendendo il resto del mondo». È successo durante l’inaugurazione dell’anno accademico, quando un gruppo di studentesse-attiviste ha lanciato accuse di vicinanza alla «entità genocida sionista».

In un colloquio con La Stampa il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca dei Latini di Gerusalemme, definisce «sproporzionata» la risposta militare di Israele al 7 ottobre. Pizzaballa ritiene che l’Occidente debba attuare «una pressione diplomatica incisiva» e che tale iniziativa spetti «soprattutto agli Usa perché hanno il peso geopolitico preponderante».

Il politologo e orientalista Gilles Kepel presenta sul Corriere della Sera il suo nuovo libro Olocausti. Secondo lo studioso francese il termine Olocausto sarebbe «ancora una volta strumentalizzato, stravolto». Da una parte dagli israeliani che «accusano di nazismo ogni avversario arabo che nulla ha in comune con quel fenomeno storico», dall’altra in campo palestinese dove «abbondano i paralleli fuori luogo tra le proprie sofferenze e quelle degli ebrei otto decadi fa».

Sul Foglio il direttore Claudio Cerasa propone «quattro magnifiche storie sull’Occidente che resiste al pensiero illiberale». Tra cui la lettera «magnificamente feroce firmata da alcuni attori ebrei e altre figure dello spettacolo che hanno criticato duramente il regista Jonathan Glazer» per le sue parole durante la cerimonia degli Oscar.