DAI GIORNALI DI OGGI
Bokertov 27 marzo 2024

Il rettorato della Sapienza di Roma occupato per ore, con l’intervento della polizia; gli insulti al rettore di Genova con protesta e momenti di tensione; il blitz durante la riunione del Senato accademico a Bari, con confronti animati tra agenti dell’ordine e manifestanti. È il resoconto degli ultimi giorni del Corriere della Sera di quanto accaduto negli atenei italiani, con iniziative studentesche contro Israele. La ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha definito queste azioni “squalificanti che vanno ben oltre la libera manifestazione del pensiero o la protesta pacifica”. Dal governo, prosegue il Corriere, fanno sapere che ci sarà “una ricognizione sul livello di allarme raggiunto nelle università e valuteranno i modi più opportuni per intervenire”.

Alle pressioni degli studenti propal alla Sapienza, la rettrice Antonella Polimeni si è detta disponibile a discutere «eventuali istanze della comunità studentesca», purché giungano attraverso gli organi la rappresentanza e «non ledano i principi democratici e i diritti e le libertà altrui» (Repubblica).

Per la storica Anna Foa, intervistata da La Stampa, alla Sapienza si respira un clima da anni ’70. “La scena è ormai tutta del collettivo Cambiare Rotta, un gruppo estremista venuto fuori all’improvviso i cui proclami fanno riferimento alla lotta dei terroristi, evocano Barbara Balzerani, parlano di Gaza ma anche di Ucraina con posizioni assolutamente filo Putin. Siamo oltre il boicottaggio di Israele. La soluzione non passa di certo dai manganelli, ma bisogna capire cosa sta succedendo nei nostri atenei”, sottolinea la storica.

A Torino un corteo di duecento studenti ha provato ieri a bloccare il sit-in organizzato davanti al rettorato dell’università per contestare il voto del Senato Accademico contro un bando di collaborazione scientifica con Israele. La polizia, raccontano i dorsi locali di Corriere e Repubblica, ha bloccato il corteo studentesco. Tra le voci del presidio viene riportata quella di Ella, studentessa israeliana di 27 anni. «Sono qui perché voglio la pace e può arrivare solo dalla conversazione e non dal boicottaggio». Poi aggiunge di non dire più apertamente di essere israeliana ai compagni. «Molti studenti ebrei oggi sono discriminati», denuncia a La Stampa Luca Spizzichino, presidente dell’Ugei che insieme alla Comunità ebraica di Torino ha promosso il presidio. La richiesta all’Università torinese è di ritirare la mozione anti-Israele.

Il Corriere traccia un ritratto del primo ministro Benjamin Netanyahu, ricordando gli scontri con Obama fino a quelli attuali con Biden. Descritto dall’ex presidente francese Sarkozy come un bugiardo, «Netanyahu è abituato ad avere il mondo contro. E come se prendesse forza dagli avversari. Più ce ne sono più lui colpisce duro». Secondo il Corriere Netanyahu starebbe però auspicando un cambio a Washington a novembre, con una nuova presidenza Trump. Il Foglio sottolinea che il ritorno del magnate alla Casa Bianca non è una garanzia per Israele. In un’intervista Trump ha dichiarato «è ora che Israele si fermi”. Il Foglio riporta anche un commento dell’ex ambasciatore israeliano a Washington, Michael Oren, secondo cui non è Biden a odiare Bibi, ma «Trump, che non ha mai perdonato al premier di essersi congratulato con Biden dopo le elezioni del 2020».

Nel suo Diario da Israele, lo scrittore Eshkol Nevo racconta la sua risposta a una giornalista tedesca che gli ha chiesto se prova empatia per le persone a Gaza. Non è stato facile, scrive Nevo, soprattutto dopo la notizia che i civili di Gaza hanno partecipato ai massacri del 7 ottobre. «Ma devo assolutamente continuare a credere che dall’altra parte ci sono esseri umani. Ci vuole un primo piano. Devo scegliere una fotografia, entrarci dentro e non distogliere gli occhi. Ad esempio: bambini in fila per la distribuzione del cibo a Gaza. Tengono in mano secchielli di plastica colorati. Come quelli che si usano in spiaggia per giocare. Nei loro occhi mi sembra di leggere soprattutto sbalordimento. Devo sollecitare tutta la mia empatia e riconoscere che dall’altra parte ci sono bambini e adulti che stanno soffrendo. Che hanno fame. Che non hanno più un tetto. Che hanno perso i loro cari in questa guerra. Altrimenti diventerò malvagio e crudele come Hamas. E diventare malvagi e crudeli come Hamas significa lasciar vincere Hamas».

Due sopravvissuti alle stragi di Hamas i17 ottobre hanno denunciato di aver subito trattamenti discriminatori al loro arrivo all’aeroporto di Manchester. Le autorità britanniche stanno indagando. Secondo le ricostruzioni, scrive il Corriere, dopo due ore di controlli, un poliziotto avrebbe dichiarato di doversi assicurare che i due sopravvissuti non volessero «fare qui ciò che Israele sta facendo nella Striscia di Gaza».

Nell’autunno del 1926 la rivista in yiddish Forverts commissiona a Israel Joshua Singer un reportage in Unione Sovietica. Un viaggio percorso in treno in cui Singer attraversa le città ucraine, bielorusse e russe, appuntando le sue impressioni. Il reportage è stato ora tradotto per la prima volta in italiano da Adelphi con il titolo La nuova Russia, come racconta oggi il Corriere della Sera.

Sul Fatto Quotidiano Alessandro Orsini chiede alla Comunità ebraica di Roma di ritirare una querela presentata contro di lui.

«Mosca è ormai staccata dalla realtà. Il suo mondo è governato da complotti», spiega su La Stampa Anna Zafesova, analizzando il tentativo del Cremlino di addossare le responsabilità dell’attentato al Crocus City Hall, rivendicato dall’Isis, all’Ucraina e all’Occidente. «Se qualcuno fatica a mettere insieme un presidente ebreo come Volodymyr Zelensky e i guerrieri della jihad», scrive Zafesova, basta ascoltare il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, secondo cui Zelensky è «un ebreo un po’ particolare» sensibile allo «spirito nazionalista del suo regime». «Terroristi islamisti e ucraini “nazisti”, la Cia e l’Interpol, la Nato e l’Isis», prosegue la giornalista, un cocktail cospirazionista da agitare ma non mescolare».