DAI GIORNALI DI OGGI
Bokertov 28 marzo 2024

Occidente in crisi, un tema ricorrente in questo periodo. Ne scrive Danilo Taino sulla prima pagina del Corriere della Sera: «Non c’è una relazione diretta tra l’aggressione all’Ucraina e lo scempio inumano compiuto da Hamas il 7 ottobre scorso. Ma la decisione di portare a termine un’operazione del genere può avvenire solo quando chi la compie ritiene che il clima sia quello giusto». Nel caso specifico, secondo Taino, «quello creato dalle incertezze delle forze democratiche già sotto attacco in Europa».

L’ex presidente dell’Anpi milanese Roberto Cenati spiega su Repubblica perché ha presentato le sue «irrevocabili dimissioni», in disaccordo con la linea dell’Anpi nazionale che ha adottato tra gli altri lo slogan “Impedire il genocidio” nei confronti dell’azione militare di Israele a Gaza. Le parole sono pietre, sottolinea Cenati. E genocidio «è un termine che non può essere usato con leggerezza».

La Stampa intervista Federico Delfino, rettore dell’Università di Genova, insultato e spintonato da studenti propal che hanno interrotto una riunione del Senato accademico. «Noi siamo sempre per il dialogo, non accettiamo in alcun modo, invece, toni e modi violenti», afferma Delfino. Nessuna interruzione dei rapporti con Israele è in vista: «Le relazioni sono di natura scientifica, sono ponti culturali».

«Sale l’offensiva dei collettivi universitari», riporta il Giornale. «Napoli, Torino, Genova, Bologna e ora anche Bari. Occupazioni, aggressioni verbali, contestazioni dei relatori ebrei. I gruppi estremisti di sinistra, con una minoranza di studenti politicizzati, tengono in scacco l’intero mondo dell’università italiana».

«Il 7 ottobre è stato collettivamente rimosso», dichiara il presidente dell’associazione Setteottobre Stefano Parisi al Riformista. «Alcuni negano che sia mai avvenuto, altri pensano che Israele se lo sia meritato, la stragrande maggioranza dei media tratta le informazioni sulla guerra che ne è scaturita senza mai ricordarne la causa. Questo è un caso unico, il solito doppio standard che è una delle manifestazioni più chiare dell’antisemitismo».

«Respingo la mano tesa della destra perché, per i miei gusti, è un po’ troppo tesa», scrive Davide Assael su Domani a proposito della vicinanza espressa da quella parte politica in questi mesi. «Sapranno loro come conciliare questo improvviso amore per Israele e per l’ebraismo con le file di nostalgici e le varie teste del duce che custodiscono gelosamente nelle proprie case e nei loro uffici».

Repubblica si sofferma sulle parole della 40enne Amit Soussana di Kfar Aza, rapita dai terroristi di Hamas e liberata il 30 novembre dopo settimane di orrore. Una testimonianza diretta, «la prima in cui un ostaggio tornato da Gaza racconta gli abusi sessuali e torture subite personalmente».

La Stampa traduce un intervento di Thomas L. Friedman per il New York Times. Secondo Friedman, «per come il suo primo ministro Benjamin Netanyahu e la sua coalizione di estremisti stanno combattendo la guerra a Gaza e gestendo l’occupazione della Cisgiordania, Israele sta diventando radioattiva e ovunque nel mondo le comunità ebraiche della diaspora sono sempre meno al sicuro».

Il Foglio riporta l’attenzione sull’Unrwa, l’Agenzia dell’Onu per i profughi palestinesi di cui Israele ha chiesto lo scioglimento per le tante ombre passate e presenti. Verso l’Unrwa, si legge, «i paesi della Ue sono molto più generosi del mondo arabo».

Riprendendo in parte Pagine Ebraiche, Libero racconta una iniziativa lanciata dalla scuola ebraica di Milano: uno sportello di supporto agli studenti per affrontare il trauma del 7 ottobre.

È morto all’età di 90 anni lo psicologo israeliano Daniel Kahneman, professore emerito all’Università di Princeton e Premio Nobel per l’Economia nel 2002. Si è spenta ieri «una delle figure più innovative delle scienze cognitive e comportamentali» (Corriere della Sera).

Repubblica propone la storia di Frank Meeink, un passato da suprematista e fan del Ku Klux Klan, oggi invece ebreo ortodosso «che segue il riposo dello Shabbat, mangia cibi kosher, studia la Torah, e indossa il tailed e i tefillin». La sua vicenda ha ispirato il film American History X.