DAI GIORNALI DI OGGI
Bokertov 2 aprile 2024

Annuncia vendetta l’Iran dopo l’uccisione a Damasco del generale Mohamed Reza Zahedi. Come suo costume, Israele «non ha ufficialmente rivendicato» l’attacco contro la sede del regime di Teheran nella capitale siriana (La Repubblica). Si tratta in ogni caso dell’omicidio mirato «più importante degli ultimi cinque anni» (Corriere della Sera). L’azione si è svolta mentre era in corso «un vertice segreto tra funzionari dell’intelligence iraniana e militanti palestinesi» (Il Messaggero).

Il Foglio chiede a Ernesto Galli della Loggia cosa pensa di alcune istanze di boicottaggio contro Israele adottate negli atenei italiani. «Ci sono momenti della storia in cui un rettore, un direttore, dovrebbe riscoprire l’istituto delle dimissioni», sostiene lo storico. «Ci sono momenti in cui un ministro dell’Università, come in questo caso, dovrebbe dire parole precise», aggiunge Galli della Loggia. Il tema è evocato anche dal demografo Sergio Della Pergola in una intervista con il Corriere della Sera: «È giusto sviluppare la coscienza civica dei giovani e giusto anche che i professori entrino in politica. Ma se fanno politica non stanno facendo accademia».

Per il rettore della Normale di Pisa, Luigi Ambrosio, la mozione approvata dal suo Senato accademico non sarebbe boicottaggio di Israele ma si caratterizzerebbe per la proposta di una riflessione sul «rischio del dual use di alcune ricerche scientifiche e tecnologiche». Critico tra gli altri Libero, che titola: «La Normale si giustifica per la mozione anti-Israele. Ma la toppa è peggio del buco».

Contrario al boicottaggio è il giurista Sabino Cassese, professore emerito della Normale, che alla Stampa dice: «Le ricerche finanziate dall’accordo culturale riguardano tecnologie della terra, dell’acqua e ottiche, e attengono al progresso scientifico, non a materie che possono avere incidenza nel settore militare. Una riconsiderazione dell’accordo danneggerebbe la ricerca in Italia e in Israele».

«Israele e l’Ucraina stanno combattendo, per conto proprio e per conto nostro, la medesima battaglia», scrive Bernard-Henri Lévy in un editoriale su Repubblica. L’intellettuale francese si scaglia contro il “pacifismo” di maniera di chi «non sa che la pace non è semplicemente qualcosa da “avere”, ma una costruzione difficile e laboriosa, a fronte di un avversario generalmente insaziabile».

Racconta Repubblica nella sua cronaca locale che il nuovo presidente dell’Anpi milanese, Primo Minelli, «ha già incontrato i vertici della comunità ebraica di Milano e quelli delle comunità palestinesi della Lombardia». Incontri «che sono andati bene, tanto che lui si sente sicuro nel dire che ha incassato la certezza di avere entrambe le rappresentanze al corteo» del 25 aprile per la Festa della Liberazione.