DAI GIORNALI DI OGGI
Bokertov 5 aprile 2024

C’è preoccupazione in Israele per un possibile attacco iraniano come risposta all’uccisione a Damasco del generale Mohamad Reza Zahedi. «Tre sono gli scenari ritenuti possibili, a fronte della minaccia ribadita ancora ieri con un messaggio in ebraico dell’ayatollah Khamenei», sottolinea tra gli altri Repubblica. «Il primo, il meno probabile, avrebbe conseguenze catastrofiche: uno o più missili cruise, o anche droni, lanciati dal territorio iraniano su Tel Aviv o su un’altra grande città». Il secondo scenario, quello ritenuto più verosimile, «è una pioggia di razzi sparati da Hezbollah, dagli Houti, dai gruppi iracheni o siriani». Il terzo «è l’attacco a qualche ambasciata israeliana». Israele sta prendendo le sue contromisure. Il Comando militare per la Difesa interna dello Stato ebraico «con una mano sta mandando messaggi rassicuranti su ogni piattaforma, con l’altra però ha richiamato i riservisti per la Difesa aerea» (Corriere della Sera).

«Io trovo più che giusto che si manifesti contro la guerra e per la pace, per il riconoscimento dei “due popoli, due Paesi”, del reciproco diritto di esistere», sostiene il drammaturgo israeliano Roy Chen in una intervista con La Stampa. «Non credo invece nel boicottaggio dell’arte: siamo proprio noi artisti i più schierati a favore della pace. Purtroppo, c’è anche molta ignoranza: ho parlato con questi ragazzi che gridano “Free Palestine” e mi ha molto colpito quanto poco sappiano sulla nostra storia».

Il Corriere della Sera punta l’attenzione sull’impennata di episodi di antisemitismo in Francia. Una delle voci ascoltate è quella del filosofo Alain Finkielkraut, che accusa: «Molti immigrati o figli di immigrati manifestano la loro solidarietà con i palestinesi mostrando odio verso gli ebrei. E una parte della classe politica, l’estrema sinistra di Jean-Luc Mélenchon, per calcolo elettorale ha scelto di allinearsi sulle loro ossessioni».

Allarme antisemitismo per il derby tra Roma e Lazio di domani pomeriggio. «Pure stavolta l’odio razziale corre sulle chat dei tifosi che si danno appuntamento allo stadio», spiega il Corriere della Sera. «Ed è bipartisan», perché sia laziali che romanisti «si danno dell’ebreo o del giudeo sui social, si piazzano a vicenda sui treni della deportazione». Nel merito l’assessore alla Memoria della Comunità ebraica, Daniele Regard, ha affermato: «Fermate la partita, fermate il calcio. Sarà il tifoso che non ha fatto niente a ribellarsi».

Il 25 Aprile «non si trasformi in un derby tra israeliani e palestinesi», ha detto il sindaco di Milano Beppe Sala. Le cronache locali riferiscono che il direttore del Museo della Brigata Ebraica Davide Romano ha chiesto all’Anpi di togliere lo slogan “Cessate il fuoco” dallo striscione di apertura del corteo. L’Anpi non è però d’accordo, visto che «quello slogan lo ha proposto e lo rivendica» (Repubblica Milano).

Libero ricorda la storia di Amin al-Husseini, il Gran Mufti di Gerusalemme che appoggiò la Shoah e fu in rapporti stretti con Hitler e Mussolini. Quest’ultimo lo dotò di un passaporto diplomatico a nome di Giovanni Rossi e il Gran Mufti sbarcò così a Bari «accolto festosamente dai fascisti» e venne poi «ricevuto da Mussolini il 27 ottobre 1941». Il 28 novembre sarebbe stato ospite di Hitler a Berlino, dove il Gran Mufti avrebbe poi deciso di fermarsi fino alla fine della guerra