DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 1 settembre 2024

«Dolore e ira» in Israele per la strage degli ostaggi, scrive tra gli altri il Corriere della Sera. Dopo l’uccisione di Hersh Goldberg-Polin, Carmel Gat, Eden Yerushalmi, Alex Lobanov, Almog Sarusi e Ori Danino, assassinati da Hamas con più colpi alla testa quando sembrava vicino l’intervento dei loro liberatori, oggi il paese si ferma. «Niente scuole, niente lavoro. E si chiude al mondo: niente decolli o atterraggi all’aeroporto Ben Gurion. Si ferma la macchina produttiva, resta in moto quella della protesta», riferisce il Corriere, segnalando oltre venti arresti tra i contestatori del governo. L’esecutivo è sotto accusa per il modo in cui è stato impostato il negoziato e per il suo insuccesso. Sharone Lifschitz, figlia di due ostaggi, il padre ancora prigioniero di Hamas, dice al Corriere: «Mi brucia il corpo per la rabbia. Ma era prevedibile. Se il primo ministro avesse firmato un accordo di cessate il fuoco, queste sei persone sarebbero vive, sarebbero sopravvissute ai tunnel e sarebbero tornate a casa. Mio padre tornerebbe a casa». Le proteste sono in evidenza su vari quotidiani. Alcuni titoli: «La rabbia dei parenti paralizza tutto il paese» (Repubblica), «Giustiziati 6 ostaggi a Gaza, in Israele è sciopero generale» (La Stampa), «La linea dura di Bibi finisce sotto accusa» (Il Giornale).
«Sono belve e non possiamo dimenticarlo», scrive Daniele Capezzone in un editoriale su Libero in riferimento ai terroristi di Hamas.

I giornali tracciano i profili delle sei vittime. Così Repubblica descrive la camera del 23enne israelo-americano Hersh Goldberg-Polin, uno dei simboli del 7 ottobre: «Un grande mappamondo. Un poster con il profilo della Città Vecchia e una scritta in tre lingue, inglese, arabo ed ebraico “Gerusalemme è di tutti”, i colori, rosso e nero, della squadra di calcio del cuore, l’Hapoel Jerusalem. Una locandina di Che Guevara, un’altra con la scritta “No al razzismo”, delle grandi cuffie buttate sulla scrivania». È raccontata tra le altre anche la storia della 40enne Carmel Gat, insegnante di yoga e terapista occupazionale: «Durante un festival in India, Carmel si era persa in una foresta piena di orsi e leopardi. Alla fine pero riuscirono a trovarla e si salvò. Nei tunnel di Gaza, invece, ha trovato la morte».

Il Foglio punta l’attenzione sul red carpet del festival del cinema di Venezia, descrivendo «una indignazione a senso unico» contro Israele. «Non ricordiamo attori e registi italiani chiedere a gran voce il rilascio degli ostaggi subito dopo il 7 ottobre o anche molto dopo», accusa il Foglio. «Forse si era in quell’imbuto tra un Festival e l’altro, tra Venezia e Roma, mancavano i riflettori giusti, forse non si voleva fare troppa pressione su Hamas che poi si innervosisce».

Exploit di Alternative für Deutschland in Germania. AfD è il primo partito in Turingia ed è secondo per un soffio in Sassonia. «Terremoto doveva essere e terremoto è stato», riporta La Stampa. «L’AfD vince, i partiti della coalizione di governo arretrano e il movimento di Sahra Wagenknecht diventa l’ago della bilancia». La vittoria dell’estrema destra in Turingia «avviene nella stessa regione dove i nazisti parteciparono per la prima volta a un governo regionale» (Il Tempo).

«Oggi la sinistra è antisemita», sostiene l’editore Guido Guastalla in una intervista con La Verità.