DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 9 aprile 2025
Martedì sera la Corte suprema israeliana ha sospeso provvisoriamente il licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, ordinando che resti in carica fino a nuovo avviso. La decisione resterà valida almeno fino al 20 aprile, data entro cui governo e procuratore generale dovranno trovare un accordo sulla questione. La Corte ha inoltre vietato qualsiasi iniziativa per sostituire Bar o limitare le sue funzioni, riporta il Sole 24 Ore.
Continuano le forti tensioni tra Israele e le Nazioni Unite dopo gli ultimi attacchi del segretario generale dell’Onu, António Guterres, che ha definito Gaza un «campo di morte», denunciando il blocco totale degli aiuti umanitari e accusando Gerusalemme di violare il diritto internazionale, scrive Repubblica. Il Giornale riporta la replica israeliana a Guterres, dichiarato mesi fa persona “non grata”: a Gaza sono stati inviati per diversi mesi gli aiuti necessari, ma Hamas li ha sottratti e venduti al mercato nero.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, di ritorno dalla Casa Bianca, ha confermato che sono in corso contatti con paesi terzi «per capire se possono accogliere i gazawi. È importante perché, alla fine, è ciò che accadrà» (Repubblica). Il Mossad avrebbe già sondato come possibili mete Indonesia, Somalia e Sud Sudan, mentre Egitto e Giordania hanno ribadito il loro rifiuto. Il premier israeliano ha poi ordinato un’intensificazione dell’offensiva nella Striscia per liberare gli ostaggi, sfidando le critiche delle famiglie e le minacce di Hamas, secondo cui l’operazione metterebbe a rischio la loro vita (Domani). La strada del negoziato non è stata esclusa da Netanyahu, aggiunge il Sole 24 Ore: «Stiamo lavorando a un altro accordo che speriamo abbia successo e ci impegniamo a riportare a casa tutti gli ostaggi», ha dichiarato il premier.
Attivisti palestinesi come Hamza Howidy e Moumen al Natour denunciano l’indifferenza dei movimenti occidentali verso le vittime di Hamas a Gaza, come Odai al Rubai, torturato e ucciso per aver protestato contro il regime. Mentre l’Occidente, attacca il Foglio, «si mobilita per studenti filo-Hamas come Mahmoud Khalil, ignora chi rischia la vita contro la tirannia islamista».
Sul fronte iraniano, domenica è previsto l’inizio dei negoziati in Oman sul nucleare tra Washington e Teheran. Il Foglio osserva che l’Iran ha intuito la preferenza del tycoon per gli accordi, sfruttando la sua ossessione diplomatica per evitare un conflitto. Domani sottolinea la frustrazione di Netanyahu, convinto che un negoziato offra a Teheran il tempo per ricostruire il proprio arsenale, mentre l’Iran accetta solo colloqui indiretti. Secondo La Stampa, Trump mira a fermare l’Iran senza una guerra, rilanciando la «massima pressione» ma cercando un’intesa sul modello libico, che escluda l’arma atomica. Tuttavia, Libero riferisce che le pressioni militari e diplomatiche USA hanno già prodotto effetti: alcune milizie filo-iraniane in Iraq hanno consegnato le armi e Teheran ha ritirato personale dallo Yemen. Resta il timore a Gerusalemme, conclude il Foglio, che Trump si accontenti di un’intesa debole, lasciando Israele isolato, proprio mentre la Turchia tenta di sostituirsi a Teheran in Siria e rappresenta una nuova minaccia per Gerusalemme.
Il ministro della Sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben Gvir, leader del partito di destra radicale Otzma Yehudit, visiterà gli Stati Uniti dopo Pesach per una serie di incontri ufficiali con il Dipartimento della Sicurezza interna. Si tratta della sua prima visita negli Usa come membro del governo e la prima dal 1988, segnala la Stampa: una svolta nell’approccio di Washington verso una figura in passato condannata per incitamento al razzismo e sostegno al terrorismo.
Dal 15 al 19 maggio il Salone del Libro di Torino, diretto per il secondo anno da Annalena Benini, porterà al Lingotto oltre 2.000 incontri, nuovi spazi, un premio dedicato a Ernesto Ferrero e l’inedita sezione Crescere dedicata giovani. Il programma è stato presentato ieri, come riporta il Corriere della Sera, e tra gli ospiti sarà presente l’israeliano Etgar Keret. La parola chiave, ha spiegato Benini, resta «“leggerezza” da vivere con serietà e passione».
Franco Debenedetti sul Corriere della Sera racconta un episodio avvenuto in una scuola media di Milano, dove alcuni studenti hanno fatto risuonare in classe “Faccetta nera” accompagnata da saluti romani. Un fatto grave, scrive Debenedetti, da non archiviare con indifferenza, invitando scuola e istituzioni a lavorare di più sull’educazione e portare gli studenti al Memoriale della Shoah di Milano.