Nessuna dichiarazione ufficiale. Nessuna dichiarazione alla stampa, nessun post su Facebook, nessun cinguettio su Twitter.
Tzipi Livni per il momento non commenta l’indiscrezione, apparsa nelle scorse ore sui giornali israeliani e oggi riportata anche su quella italiana e internazionale, su …
La presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni dichiara:
"Con un voto sconcertante e fuori dalla storia, su cui anche l'Italia porta delle responsabilità, il Consiglio esecutivo dell'Unesco ha avallato la pretesa di alcuni paesi arabi di sradicare ogni riferimento alla radice ebraica dall'area della Città Vecchia di Gerusalemme in cui sorge il Muro Occidentale, il luogo più sacro agli ebrei di tutto il mondo. Gerusalemme, la capitale unica e indivisibile di Israele. Città nella quale oggi, tutte le fedi trovano il loro spazio, garantito dallo Stato, per professare liberamente il proprio credo.
Una decisione che non esito pertanto a definire aberrante e che non può passare nell'indifferenza dell'opinione pubblica, dell’intero governo Italiano e delle Istituzioni europee. Oggi più che mai è invece necessaria una corretta, e non distorta, lettura delle reali concatenazioni storiche che hanno portato all’assetto attuale dei rapporti in medio oriente.
Nella risoluzione votata ieri a larga maggioranza dal Consiglio, ci si riferisce a questi luoghi soltanto con il nome indicato dalla tradizione islamica. Dei 58 paesi rappresentati nel Consiglio, soltanto sei si sono opposti. Voglio qui ricordarli: Stati Uniti d'America, Regno Unito, Germania, Olanda, Lituania ed Estonia.
Questa risoluzione conferma, se mai ce ne fosse bisogno, la totale sconnessione delle Nazioni Unite dagli obiettivi autentici e sinceri che hanno ispirato la sua costituzione nel Dopoguerra. Un’organizzazione che di unito non ha più nulla e che nelle sue diverse ramificazioni si esprime sempre più come realtà politicizzata e appiattita, miope e incapace di farci sognare un futuro di pace e sicurezza”.
Noemi Di Segni, presidente UCEI
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