Razzismo, l’allarme europeo

eva ruth palmieriQuestioni urgenti che coinvolgono l’ebraismo europeo nell’ultima riunione dell’American Jewish Committee a Berlino. Tema centrale del dibattito: l’antisemitismo in Europa alla luce del recente documento del FRA (European Union Agency for Fundamental Rights-Agenzia per i diritti fondamentali dell’Unione Europea) sulla percezione dell’antisemitismo in otto paesi europei. Va sottolineato che l’indagine conoscitiva, che presenta un quadro preoccupante del fenomeno dell’antisemitismo in ascesa esponenziale in tutta Europa, è finalizzata all’elaborazione di strumenti legislativi di contrasto a livello nazionale, come specificato nel sito dell’Agenzia dell’Unione Europea: attraverso strumenti di ricerca e indagini conoscitive, il FRA “contribuisce ad assicurare il rispetto dei diritti fondamentali delle popolazioni dell’Unione Europea”.
Sebbene i dati raccolti dall’Agenzia della UE siano stati elaborati in maniera esaustiva nel corso di due anni di lavori – il documento è disponibile online sul sito del FRA – i delegati AJC e i rappresentanti dell’ebraismo europeo riunitisi a Berlino hanno sottolineato che il fenomeno è da ritenersi ancora più grave di quanto riportato, in quanto la maggior parte degli episodi di antisemitismo solitamente non vengono denunciati, e oltretutto solo pochi Stati membri hanno meccanismi permanenti per la raccolta degli episodi – in cui rientrano minacce verbali, linguaggio discriminatorio e antisemitismo online – a livello nazionale. Inoltre, la Definizione Operativa dell’Antisemitismo (per il testo completo si veda http://www.european- forum-on-antisemitism.org/ working-definition-of-antisemitism/ italiano-italian/) elaborata dal EUMC (European Union Monitoring Center on Racism and Xenophobia) nel 2005, elevata a quadro di riferimento legislativo dall’OSCE nella Conferenza di Cordoba, è stata rimossa dal sito del FRA.
In un comunicato emesso alcuni giorni fa la AJC, che ha collaborato con la EUMC nella stesura del testo, denuncia “l’inspiegabile rimozione della ‘definizione operativa’ dal sito del FRA”. “Chiediamo pertanto il ripristino del documento sul sito, tanto più urgente alla luce dei dati emersi nell’indagine conoscitiva sull’antisemitismo condotta dalla Agenzia Fondamentale per i Diritti Umani”, ha detto il rabbino Andrew Baker, direttore del dipartimento per gli Affari Internazionali della AJC.
Per quanto riguarda l’Italia, il documento rende noto che per il 60% degli intervistati l’antisemitismo “è un problema” mentre il 68% ha lamentato un peggioramento del fenomeno negli ultimi cinque anni. E’ stato tristemente notato che il 73% degli intervistati a livello europeo – e verosimilmente lo stesso dato può ritenersi valido anche per quanto riguarda l’Italia – ritiene che l’antisemitismo online sia cresciuto in maniera esponenziale (inclusi blog e social network) nell’ultimo quinquennio. A questo riguardo, già alcuni mesi fa su queste pagine sottolineavo che l’Italia continua a essere annoverato tra quei – pochi – Paesi Membri che non hanno ancora ratificato il Protocollo aggiuntivo alla Convenzione di Budapest sul Cybercrime. La ratifica del Protocollo costituisce uno strumento vincolante per l’adozione di legislazione in materia di antisemitismo online, congiuntamente alla adozione dell’articolo 9 della Decisione Quadro relativa alla lotta contro il razzismo e la xenofobia, che ritiene atti penali punibili con sanzioni fino ai tre anni di reclusione reati quali “il pubblico incitamento alla violenza o all’odio rivolto contro un gruppo di persone o un membro di tale gruppo definito sulla base della razza, del colore, l’ascendenza, la religione o il credo o l’origine nazionale o etnica; la pubblica apologia, la negazione o la minimizzazione grossolana dei crimini di genocidio o contro l’umanità, (…) quali sono definiti nello Statuto della Corte penale internazionale (articoli 6, 7 e 8) e i crimini di cui all’articolo 6 dello statuto del Tribunale militare internazionale, quando i comportamenti siano posti in essere in modo atto a istigare alla violenza o all’odio nei confronti di tale gruppo o di un suo membro”. Alla luce del preoccupante acutizzarsi dell’antisemitismo, della xenofobia e del razzismo in tutta Europa sarebbe necessario sollecitare la trasposizione della Decisione Quadro sul Razzismo nel contesto normativo nazionale di tutti gli Stati membri.

Eva Ruth Palmieri Consigliere UCEI (Pagine Ebraiche gennaio 2013)

(30 dicembre 2013)