Oggi si corre per la Memoria
guidati dal Testimone Ladany

rassegnaIn queste ore prende il via a Roma Run For Mem, la corsa non competitiva dedicata alla Memoria organizzata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, sotto l’egida della Presidenza del Consiglio dei ministri e in collaborazione con l’Associazione Maccabi Italia e la Maratona di Roma.
Enti, associazioni, comunità religiose, gruppi podistici, tanti comuni cittadini tra i partecipanti. La partenza alle ore 10, da Largo 16 Ottobre. Due i percorsi possibili: uno aperto alle famiglie, di 3,5 chilometri; e uno più competitivo di dieci chilometri, come ricorda oggi tra gli altri il Messaggero. Simbolo e testimone dell’iniziativa, il sopravvissuto alla Shoah e all’attacco terroristico palestinese a Monaco ’72 Shaul Ladany, la cui incredibile storia personale è raccontata oggi nelle interviste di Repubblica Roma e La Stampa. “È un bel progetto, mi piace fare sport e ogni giorno si assottigliano le voci dei testimoni della Shoah, – racconta a Repubblica il marciatore israeliano, rinchiuso a otto anni nel lager nazista di Bergen Belsen – di chi è stato nei campi e può ancora raccontare in prima persona la tragedia che ha vissuto. È importante che le nuove generazioni sappiano cosa accadde dai racconti di chi nei campi c’è stato”. “Ne ha viste tante nella sua vita il professor Ladany, ma non ha mai smesso di marciare. – le parole della presidente UCEI Noemi Di Segni riportate da La Stampa – Con questa iniziativa, aperta a tutta la città, desideriamo affermare la vita, che continua nonostante tutto e nonostante tutti i popoli che hanno cercato nei secoli di sterminare ebrei così come altre popolazioni, con genocidi e massacri. La vita continua e con questa va trasmessa la forza di sopravvivere, di vivere e di avere il coraggio di raccontare quanto accaduto affinché non si ripeta mai più”.

L’unione populista contro quella europea. “Questo sarà l’anno del popolo, l’anno in cui la voce del popolo troverà finalmente ascolto, l’anno di una rivoluzione democratica e non violenta in Europa, l’anno della liberazione e della primavera patriottica”, le parole del leader populista olandese Geert Wilders tra gli applausi dei circa mille partecipanti al congresso che ieri a Coblenza ha riunito per la prima volta sullo stesso palco i leader della destra populista europea. Da Wilders a Marine Le Pen, da Matteo Salvini alla numero uno del tedesco AfD Frauke Petty fino al segretario generale dell’austriaco Fpo Harald Vilimsky, tutti riuniti nel segno di slogan anti-europei, raccontano La Stampa e Repubblica riportando diversi inquietanti aspetti dell’incontro (tra cui le parole di Wilders, “le nostre donne bionde hanno paura dei profughi”).

La marcia delle donne contro Trump. Secondo Gianni Riotta su La Stampa “non saranno i cortei giganteschi organizzati ieri in America dalle donne a mettere in crisi l’amministrazione del presidente Donald Trump. Neppure con il loro successo, mezzo milione a Washington, milioni in tutte le metropoli Usa, da New York alla California” ma “Donald Trump farebbe malissimo ad ignorare il segnale arrivato ieri, forte e chiaro, dai prati fradici di umidità intorno al Monumento a Washington”. Sul Fatto Quotidiano invece Furio Colombo analizza il discorso tenuto dal nuovo presidente Usa il 20 gennaio, data del suo insediamento: “dietro le parole di Trump c’è solo il vuoto”, il titolo dell’editoriale.

Dal golem ai supereroi. Sull’Osservatore Romano spazio e rilievo al Dossier di Pagine Ebraiche di gennaio curato da Ada Treves dedicato interamente al Golem. “La prima idea di cui si nutrono le storie dei supereroi americani ha radici lontane, in quel personaggio della tradizione che ha qualcosa di soprannaturale e che si dedica a proteggere la comunità, il mondo ebraico. Il golem, così, si trova a indossare tute aderenti e la calzamaglia dei supereroi, ma non muta l’essenza della sua storia”, l’incipit di uno degli articoli del dossier ripreso dall’Osservatore.

Torino ricorda il Maestro Disegni. “Un rabbino centrale nel panorama ebraico italiano e in prima linea nel suo tempo. Dario Disegni, che mori il 7 gennaio 1967, 25 tevet 5727, esattamente 50 anni fa secondo la data ebraica, guida spirituale della comunità torinese dal 1935 al 1960: a lui è dedicato stamattina un convegno che vedrà partecipare, al Centro Sociale della Comunità ebraica in piazzetta Primo Levi, la maggior parte dei rabbini italiani. Visse la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, ad Auschwitz perse la figlia Annetta e la nipotina Sissel. L’incontro per ricordare Disegni, che fu artefice, insieme ad altri rabbini italiani, della monumentale opera di traduzione in italiano della Torah e dei libri di preghiera per le feste, si intitola Dalla Torah al Talmud, dal Talmud alla Torah. ‘Partiremo dal confronto sulla traduzione attuata allora e quella in corso del Talmud’, spiega il nipote di Disegni, che ha il suo stesso nome ed è presidente della Comunità di Torino. Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, sarà in video-conferenza, ci saranno il rabbino capo di Torino Ariel Di Porto, Giuseppe Momigliano Dario Disegni Rabbino di Torino dal 1935 al 1960 Un convegno lo ricorda a 50 anni dalla morte di Genova, Alfonso Arbib di Milano” (La Stampa Torino).

Memoria. Tanti gli approfondimenti dedicati alla Memoria e al tema dell’antisemitismo sul domenicale del Sole 24 Ore, tra questi l’articolo dello storico sociale delle idee David Bidussa dal titolo “Una morale essenziale”, dedicato al nuovo libro del direttore del Memoriale di Auschwitz Piotr M. A. Cywiríski.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked

(22 gennaio 2017)