Memoria 7 – Renzo Gattegna: “Aiuta tutti a non dimenticare”

Anche quest’anno il Quirinale apre le porte a tanti studenti impegnati in lavori di studio e ricerca sul tema della memoria. Tra loro sono presenti, anche i ragazzi che hanno partecipato al Concorso “I giovani ricordano la Shoah”. Questa impostazione del Giorno della Memoria, finalizzata al reale ed effettivo approfondimento storico e culturale, sta producendo un doppio effetto positivo che Lei, Presidente, assicurando ancora una volta la Sua presenza e il Suo personale contributo, dimostra di voler valorizzare. Il primo effetto positivo consiste nel consentire che, accanto alle cerimonie ufficiali, si mantengano alti e ben presenti il vero significato e la vera finalità di questa giornata, evitando che la ritualità prevalga sulla vitalità.
Il secondo effetto positivo è quello di mantenere questo giorno al di sopra di qualsiasi divisione ideologica o di parte politica, valorizzando la “memoria condivisa” e la “coscienza condivisa” di tutti gli italiani, così come fece il Parlamento quando, nel 2000, approvò all’unanimità la legge istitutiva.
La Shoah, per molti anni dopo il 1945, rimase quasi nell’ombra, poco studiata e poco conosciuta,.
Solo alla fine degli anni ’50, con la diffusione di fondamentali ricerche, saggi, opere letterarie e teatrali, è sorto un interesse vero e diffuso.
Sono trascorsi circa 50 anni e la conoscenza della Shoah, anche grazie al Giorno della Memoria, è un fatto acquisito.
Oggi la nostra attenzione e la nostra cura devono essere rivolte alla corretta conservazione e alla efficace trasmissione di questo ricordo.
Nella cultura ebraica il ruolo affidato alla memoria è fondamentale, sia sotto il profilo religioso che sotto quello storico. E’ un elemento costitutivo della coscienza e dell’identità ebraica.
Tuttavia, di fronte all’immane tragedia della Shoah, è fondamentale che questa memoria non rimanga patrimonio esclusivo degli ebrei, ma, al contrario, che venga condivisa da tutti.
Solo in questo modo potremo affermare che il Giorno della Memoria avrà raggiunto il proprio scopo.
Solo in questo modo la memoria costituirà veramente un antidoto contro il ripetersi delle atrocità avvenute nel secolo scorso.
Ci sono due parole che sintetizzano il rapporto degli ebrei con la Shoah, che sono: “non dimenticare”. Ma per adempiere fino in fondo a questo dovere etico e morale, credo sia importante che questa espressione venga pronunciata con l’aggiunta delle parole: “aiuta tutti”, perché si possa dire “aiuta tutti a non dimenticare”.
La funzione del ricordo, però, non dovrà mai essere quella di prolungare nel tempo sentimenti di odio e di rancore ma, al contrario, quella di conferire una funzione positiva anche alle sofferenze ed ai lutti, ricavando dal passato moniti e insegnamenti.
Questo, penso, sia il senso più profondo del Giorno della Memoria che oggi vogliamo e dobbiamo condividere con i giovani qui presenti ma anche, più in generale, con tutti i ragazzi delle nostre scuole.
Questi giovani ci assicurano e ci assicureranno la difesa dei principi di libertà e di uguaglianza garantiti dalla Costituzione repubblicana.
Siamo certi che loro, di fronte all’intolleranza, alla sopraffazione e alle ingiustizie di qualunque genere, non fingeranno di non aver visto, non volgeranno lo sguardo dall’altra parte, e garantiranno un futuro di libertà e democrazia a tutti noi.

Renzo Gattegna
Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

(discorso tenuto al Quirinale – 27 gennaio 2009)

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Memoria 14 – Alberto Cavaglion. Il prezioso diario di Hélène Berr