Da Rodi ad Auschwitz, il viaggio più lungo
La Fondazione CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea) è giunta alla fine della corposa ricerca sugli ebrei deportati da Rodi e dal Dodecaneso nel luglio del 1944 e che dal 9 maggio i nomi e le date di nascita, le maternità, le paternità, e il destino di ognuno, saranno disponibili, assieme a quelli degli altri deportati dall’Italia, su internet all’indirizzo www.nomidellashoah.it
La ricerca, generosamente finanziata dalla Claims Conference, è stata particolarmente difficile a causa delle continue omonimie dei nomi di famiglia e dei nipoti che hanno lo stesso nome dei nonni. Già ne Il libro della memoria, basandomi sull’ottimo elenco di Hizkià Franco, salvatosi fortunosamente in barca alla volta della Turchia, avevo stilato un secondo elenco, migliorato con le nuove testimonianze raccolte. Ora, con una missione speciale nell’isola, cui ha collaborato Aurelio Ascoli, sono state scoperte nuove fonti documentarie che, riportate in Italia sono state studiate, compulsate e rese inequivocabili grazie al lavoro della collaboratrice del CDEC Alberta Bezzan. Le persone finora identificate trascinate ad Auschwitz dall’isola di Rodi e dall’isola di Kos, in un folle tragico viaggio di migliaia di chilometri, sono 1815. Dopo la guerra ne erano vive 178. La comunità ebraica di Rodi è stata distrutta per sempre.
Il 9 maggio a Roma al cinema Barberini e il 13 a Milano al cinema Orfeo un film che a New York è già stato molto applaudito, rievocherà la vicenda. Il regista è Ruggero Gabbai , gli autori sono Marcello Pezzetti direttore del Museo della Shoah di Roma e me stessa per conto del CDEC.
Liliana Picciotto
(8 maggio 2013)