Storie – I racconti ebraici di Moscati
Nell’approssimarsi dell’importante appuntamento del 75° anniversario dell’emanazione delle leggi razziali, è stato pubblicato un prezioso volume a cura di Gianfranco Moscati e Gustavo Ottolenghi, intitolato Racconti ebraici (Collezione Gianfranco Moscati, Napoli 2013), che raccoglie storie, testimonianze e documentazioni sulle vicende occorse a gruppi di ebrei o a singoli ebrei, italiani e non, durante il periodo della persecuzione nazifascista.
Gianfranco Moscati, la cui avventurosa vita è narrata nel volumetto, dopo aver subito con la famiglia il peso delle leggi razziali, il 17 settembre 1943 riuscì a sfuggire, insieme al fratello Sandro, ai rastrellamenti delle SS nel Nord Italia, riparando in Svizzera. Moscati conserva ancora (e ha pubblicato nel libro) la banconota da cento lire che si portò dietro oltre confine, sulla quale a futura memoria aveva scritto: “17/9/1943 Italiani ricordate!!”.
Moscati rientrò in Italia il 26 aprile 1945, giorno successivo alla liberazione di Milano, ma non trovò più la ditta presso la quale aveva lavorato sino al momento della fuga. S’impiegò quindi presso la locale sede della comunità ebraica, dove venne assegnato all’ufficio ricerche dei deportati ebrei nei lager nazisti, e fu grazie a questo incarico che poté venire a conoscenza di innumerevoli storie di vita ebraica, molte delle quali costituiscono il corpo del volume.
Tra le vicende più interessanti, segnaliamo quella di Rosina Sorani, segretaria del presidente della comunità ebraica di Roma Ugo Foà nel 1943-1944, con la riproposizione del suo drammatico diario sul periodo dell’occupazione tedesca, con il racconto della raccolta dell’oro e della retata del 16 ottobre 1943.
Molto poco si conosce in Italia della compagnia ebraica “Botwin”, che combatté nella guerra civile spagnola del 1936, nelle file delle forze internazionali repubblicane, che era composta per lo più di operai di origine polacca. Alcuni ebrei della compagnia che vennero fatti prigionieri dai franchisti, furono poi consegnati ai tedeschi e deportati ad Auschwitz, dove la quasi totalità fu uccisa.
Toccante la testimonianza di Marina Traversi sulla triste sorte del marito Emilio Sacerdote, magistrato ebreo partigiano morto a Bergen Belsen, corredata dalle immagini dei biglietti originali di Sacerdote dal campo di Bolzano e dai documenti ufficiali del lager di Bergen Belsen. E come non emozionarsi guardando il volto pensoso del tredicenne Franco Cesana, uno dei più giovani partigiani italiani, ucciso dai nazifascisti il 14 settembre 1944.
Insomma, un libro ricco di storie e di immagini che rappresentano un monito a ricordare e una eccezionale documentazione di “ciò che è stato”.
Mario Avagliano twitter @MarioAvagliano
(24 settembre 2013)