Qui Milano – Jewish and the City, un mondo da esplorare
Hanno voglia di esplorare e sperimentare i cittadini italiani. L’altissimo numero delle presenze al festival milanese di Jewish adn the City, andato oltre ogni aspettativa, fornisce una ulteriore prova di come sia vasta e ricca di aspettative quella parte del paese che guarda con interesse ai valori e alla cultura che la minoranza ebraica testimonia, una ulteriore prova insieme al successo che riscuotono gli eventi a tema ebraico nelle rassegne culturali sempre più numerose in Italia. Occasioni e pubblico che Pagine Ebraiche segue con attenzione. A discutere di questi temi assieme al direttore del giornale dell’ebraismo italiano Guido Vitale, due professori universitari, esponenti di un mondo che lavora sulla cultura in modo completamente diverso da quello dei festival e che ne è, allo stesso tempo, spesso protagonista. L’occasione è l’incontro Chiavi di ebraismo, in cui dopo oltre 48 ore di eventi, incontri e momenti di riflessione legati alla cultura ebraica, ci si dedica alla madre di tutte le domande “di cosa parliamo quando parliamo di ebraismo?”. Così Alessandro Guetta, professore di Letteratura Ebraica presso l’Institut national des langues et civilisations orientales di Parigi e lo storico del Cristianesimo dell’Università di Torino Giovanni Filoramo, hanno offerto alcune prospettive tra cultura, etnia, tradizione, religione, intrecci identitari, e soprattutto linguistici. A portare i saluti dell’Università degli Studi di Milano, uno dei luoghi che hanno ospitato il festival Jewish and the City, il professor Germano Maifreda.
E in attesa del trittico di grandi eventi a chiusura della manifestazione nella seconda parte della giornata, scienza e tradizione a confronto sul tema della Creazione. Spaziando da Darwin alla lettura della complessità del rapporto che diede nei suoi scritti Primo Levi, ne hanno discusso lo scrittore Domenico Scarpa, consulente del Centro Internazionale di Studi che porta il nome del grande intellettuale torinese, rav Gianfranco Di Segni, coordinatore del Collegio rabbinico italiano e membro del Consiglio nazionale delle ricerche, Giulio Giorello, professore di Filosofia della Scienza all’Università degli Studi di Milano, moderati dalla giornalista scientifica Daniela Ovadia. A offrire al pubblico le parole di Primo Levi sul tema, dando lettura di alcuni brani da lui firmati, Miriam Camerini, attrice e regista.
Nel pomeriggio l’appuntamento è al Memoriale della Shoah per un momento dedicato alla resistenza spirituale. La serata sarà tutta per un binomio di imprescindili alleati, il silenzio e la musica. Riflessioni a proposito del silenzio in scena alla Sinagoga centrale: in programma la conferenza-concerto con il priore Enzo Bianchi, lo scrittore Erri De Luca, e il rabbino Benedetto Carucci Viterbi, introdotta dalla saggista Gabriella Caramore, e accompagnata alla chitarra del maestro Emanuele Segre con musiche di Weiss e Giuliani, prima della lectio magistralis del talmudista francese Marc-Alain Ouaknin.
A salutare il festival e i milanesi saranno infine le note klezmer balcaniche del Trio Nefesh in una grande festa alla Rotonda della Besana.
Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked
(1 ottobre 2013)