Musica – I deliri di Miley Cyrus
“We all saw it coming”, commentano in molti su Twitter, cinguettando la loro scarsa sorpresa nel veder cominciare il nuovo, ennesimo capitolo della saga Miley Cyrus. Ce lo aspettavamo, prima o poi sarebbe accaduto anche questo, dicono, e non è possibile dar loro torto. Non a caso, negli ultimi mesi la giovane artista non ha fatto altro che sfornare una provocazione dopo l’altra, con le sue esibizioni, coi suoi video, e ora anche con le sue interviste. Perché dopo aver scandalizzato gli USA con una performance shock in diretta nazionale agli MTV VMA e dopo essersi spogliata nel video di Wrecking Ball, era inevitabile che Miley Cyrus rilasciasse anche una dichiarazione antisemita alla stampa, così, giusto per assicurarsi di aver provocato proprio tutti.
Tutto è cominciato nel lontano 2003, quando l’undicenne Miley si recò a Hollywood per sostenere un provino per una sitcom televisiva prodotta da Disney Channel. Nel giro di qualche mese ottenne la parte della protagonista e la sua numerosa famiglia lasciò la fattoria in Tennessee per permettere alla ragazzina di intraprendere una brillante carriera da attrice e cantante. Lo show, intitolato Hannah Montana, ebbe successo in tutto il mondo e rese Miley una celebrità, nonché un modello per milioni di coetanee. Poi però Miley Cyrus crebbe, lasciò la Disney e cominciò a costruirsi una carriera tutta sua.
Nel giro dello scorso anno, la Cyrus si è tagliata i capelli, ha adottato uno stile punk e provocatorio e ha rilasciato musica contente riferimenti all’uso di droghe. Ha rotto il fidanzamento con l’australiano Liam Hemsworth e si è trasformata nel nuovo diavolo del pop, incurante di cosa i giornali hanno cominciato a scrivere su di lei e sulla sua smania compulsiva di far parlare di sé anche a costo di superare ogni limite immaginabile.
E poi, non poteva mancare la dichiarazione antisemita all’interno di un’intervista rilasciata a Hunger Magazine, una dichiarazione buttata lì quasi per caso, come se fosse un luogo comune, un modo di dire, ma che rivela invece un pregiudizio insito in molti paesi ancora oggi. Parlando dell’industria musicale, la Cyrus ha detto: “Non posso essere come uno di quegli ebrei settantenni che non lasciano la loro scrivania tutto il giorno e poi mi dicono che musica vogliono le discoteche. Io esco e so cosa vogliono le discoteche. Devo essere io a farlo perché quelli non hanno idea di cosa facciano i ventenni”.
Miley Cyrus ha tirato fuori uno degli stereotipi più antichi della storia, quello degli ebrei che governano il mondo, e l’ha inserito nel contesto della discografia attuale. Nonostante il concetto sarebbe stato chiaro anche senza includere gli ebrei, lei ha preferito provocare, così da mantenere sempre più alta l’attenzione su di sé. E la verità è che più si parla di lei, più le persone si interessano al suo personaggio controverso e la sua popolarità sale.
Non è la prima volta quest’anno che nel mondo della musica vengono espressi giudizi antisemiti: ad esempio, il rapper Scarface ha fatto parlare di sé per aver sostenuto che gli ebrei controllino (e distruggano) la musica hip hop. Anche la dichiarazione di Miley Cyrus ha immediatamente fatto il giro della stampa (ebraica e non) di tutto il mondo, in primis l’americano Tablet Magazine, ma anche agenzie israeliane come i24News. E se non si vuole far passare la notizia inosservata, allo stesso tempo si rischia di dare solo più importanza alla cantante, che ora ha 20 anni e ha da poco pubblicato il nuovo disco Bangerz. Non stupisce infatti un’altra dichiarazione rilasciata a Hunger Magazine: “In fin dei conti io voglio che la gente compri i miei dischi. Più le persone si chiedono cosa cavolo io stia combinando, più viene loro voglia di ascoltare la mia musica”.
Simone Somekh, studente, Bar-Ilan University
(13 ottobre 2013)