Seminario Figli della Shoah – Insegnare la Memoria
In quale contesto storico prese avvio ed ebbe culmine la persecuzione antiebraica per mano del nazifascismo? Quale il significato del termine Shoah, e quale il suo corretto uso linguistico? E ancora in che modo affiancare allo studio dello sterminio un percorso per raccontare l’ebraismo vivo, per non rischiare di cadere nella trappola di rappresentare il popolo ebraico esclusivamente in un ruolo di vittima della storia? Queste alcune delle domande per rispondere alle quali centinaia di insegnanti italiani si sono ritrovati al Memoriale della Shoah di Milano per seguire il lavoro del seminario di didattica dei temi legati alla persecuzione e allo sterminio organizzato dalla Associazione Figli della Shoah e dalla Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea con la collaborazione della Fondazione Memoriale e il patrocinio dell’Ufficio scolastico regionale.
Ad accogliere i partecipanti nell’Auditorium Nissim, inaugurato nelle scorse settimane, Daniela Tedeschi dell’Associazione Figli della Shoah, mentre a tracciare un quadro generale delle tematiche trattate è stato il direttore del Cdec Michele Sarfatti.
“Questo luogo vuole essere prima di tutto uno strumento, uno strumento dedicato a voi e ai vostri studenti, e al fondamentale lavoro che state svolgendo per formare la società del futuro, di cui vi siamo estremamente grati” le parole del vicepresidente della Fondazione Memoriale e vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach, che ha sottolineato tra le altre cose come le visite delle scuole alla struttura siano iniziate proprio in questi giorni.
Fra i relatori delle varie sessioni e laboratori, dedicati a temi specifici e anche alle modalità d’insegnamento a seconda delle varie fasce d’età, Francesca Costantini del Cdec, Alessandra Minerbi, insegnante nella scuola secondaria di primo grado, Ernesto Curioni, pedagogista dell’Università Bicocca di Milano, Donatella Giulietti, responsabile della didattica dell’Istituto Storico di Pesaro, la scrittrice Lia Levi, e Claudio Vercelli, ricercatore presso l’Istituto di studi storici Salvemini a Torino.
(28 novembre 2013)