Cibus – Kasherut, il progetto è strategico
Il Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, a Cibus ha dichiarato che “Questa è la realtà dell’alimentare italiano, è il posto giusto per promuovere progetti strategici per il suo sviluppo”. E Patrizia Giarratana, del ministero dello Sviluppo Economico, ha confermato: “Il nostro obiettivo è la promozione e l’internazionalizzazione degli scambi, e i progetti delle certificazioni Kosher, Halal e Bio vanno esattamente in questa direzione.” Dopo l’incontro “Kasher, Il cibo dal cielo alla terra e la via ebraica all’alimentazione” che si è tenuto al mattino al salone internazionale dell’alimentazione, il pomeriggio al Palazzo del Governatore di Parma è stato dedicato a un momento di confronto e di verifica. Oltre ai rappresentanti delle istituzioni nazionali erano presenti Jacqueline Fellus, consigliere e componente della giunta dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e assessore delegato allo sviluppo di questo specifico argomento; Giorgio Giavarini, presidente della Comunità ebraica di Parma e consigliere UCEI; Milo Hasbani, consigliere UCEI; Roberta Anau, agriscrittrice e Benedetta Guetta, foodblogger, e Guido Vitale, coordinatore dei dipartimenti Informazione e Cultura dell’Unione.
Dopo i ragionamenti del mattino i presenti hanno fatto insieme il punto della situazione, raccontando come è stato il percorso, e come si è arrivati alla definizione attuale del progetto di un marchio nazionale italiano.
Il mercato internazionale è già consapevole del valore economico della produzione kosher certificata, mentre in Italia l’idea ancora non è parte del comune sentire. Ma Kosher è ovunque sinonimo di qualità, di controlli rigorosi e di principi etici forti, e aggiungere a questi valori la cultura italiana del cibo può portare a un successo economico e commerciale notevole.
L’idea poi di utilizzare proprio Parma come baricentro dei lavori ha aggiunto valore indiscutibile: si tratta di un territorio che ha già una grande consapevolezza del valore del settore, ed è capace di raccogliere persone e competenze. E a Parma ha sede l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che fornisce alle istituzioni europee consulenza specializzata. La diffusione di un marchio nazionale non significherà affatto a una riduzione del lavoro sulla certificazione della kasherut che è sempre stato portato avanti dalle singole comunità ebraiche, che invece si troveranno direttamente coinvolte nel progetto portato avanti dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, sarà invece l’occasione per stringere rapporti ulteriori con le realtà territoriali, e per promuovere ovunque la cultura ebraica.
Ada Treves twitter@atrevesmoked
(8 maggio 2014)