Qui Milano – Il rav e il teatro. Ricordare, la via per la libertà
Una lettera che indica un percorso da compiere: la lettera bet, la seconda dell’alfabeto ebraico, con cui, inizia la Torah “non a caso, perché la sua forma indica la direzione in cui procedere, senza guardarsi indietro”. Il direttore del dipartimento Educazione e Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane rav Roberto Della Rocca torna al Teatro Parenti di Milano, per parlare del “cammino verso la libertà alla luce della Tradizione ebraica”. Dedicata al concetto di esilio, tra tempo e memoria, la lezione è stata un’occasione per approfondire il percorso del popolo ebraico dalla dimensione dell’identità legata a luoghi fisici, a terre e monumenti, a quella fondata sulla scansione di pilastri nel tempo, lo Shabbat, le feste, e sullo studio.
“Nell’ebraismo, l’imperativo è Zachor, ‘ricorda’, ricorda di osservare il sabato, ricorda le feste, ricorda l’uscita dall’Egitto. E occorre notare che ciò non vale solo l’uomo, ma anche per D-o stesso, che deve ricordare il Patto stipulato con i nostri Padri” ha spiegato rav Della Rocca.
E tuttavia sarebbe sbagliato, interpretare questa attenzione, quasi fissazione, per la memoria, come qualcosa che nel passato di esaurisce. “Pensiamo al gesto di un arciere, che si prepara a scoccare la freccia: più l’arco è teso all’indietro, più lontano arriverà il colpo. Così anche l’attenzione alle nostre radici rappresenta la chiave fondamentale per raggiungere e costruire il futuro, che sarà tanto migliore quanto più profondo il nostro legame con il passato” ha aggiunto ancora il rabbino.
Allo stesso tempo, dalla tradizione ebraica si assenta la scansione cronologica degli eventi “la precisa coscienza del tempo e del luogo cede il passo a uno sfacciato anacronismo. Nel Talmud si incontrano e discutono Maestri vissuti in epoche diverse e il ragionamento tematico prevale su quello cronologico, come accade nella psicanalisi – ha sottolineato – E quando celebriamo Pesach ripetiamo che ogni generazione deve sentirsi come se essa stessa fosse uscita dall’Egitto”.
“Dimenticare è alla base dell’esilio, così come ricordare è alla base della libertà” la conclusione di rav Della Rocca, che ha dato appuntamento a tutti il 18 giugno per parlare di “Una risposta alla dipendenza: il pane azzimo”. Una tappa importante anche nell’ambito del lavoro che il Teatro Parenti sta portando avanti proprio sul tema delle dipendenze. E che rappresenta anche un nuovo passo nel cammino verso la seconda edizione del festival internazionale di cultura ebraica Jewish and the City, che si svolgerà dal 13 al 16 settembre 2014.
Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked
(10 giugno 2014)