Gli ebrei e la Grande Guerra
Identità, slanci, tradimenti
Un’indagine appassionante, che racconta vari aspetti strettamente connessi all’interno di una dinamica complessa. E in particolare la sfera religiosa, insieme a quella sociale, culturale e politica. Si presenta così “1915/1918 Noi c’eravamo – Gli Ebrei italiani e la Grande Guerra”, documentata mostra fotografica allestita dalla Fondazione Cdec di Milano con l’obiettivo di raccontare, da una peculiare prospettiva, i temi del Centenario. Una sfida accolta con entusiasmo dal Museo ebraico di Bologna, che la ospiterà fino al prossimo 17 gennaio e che in queste stesse ore chiama a raccolta molti storici ed esperti per un denso convegno di studi legato all’esposizione. “Il mondo ebraico ha partecipato con vivo coinvolgimento ai destini nazionali. Un impegno significativo, che vogliamo valorizzare per stimolare una riflessione che non può prescindere dall’aspetto identitario dei suoi protagonisti” ha affermato il presidente del museo Guido Ottolenghi inaugurando ieri la mostra. Eccoli quindi i protagonisti: i loro volti, le loro biografie. I diversi pannelli esposti aiutano a cogliere il grado del coinvolgimento, gli slanci e le pulsioni che li animarono in un senso o nell’altro. Intellettuali, uomini di cultura, politici. E ancora, crocerossine e tanti comuni cittadini. In tutto, circa 5mila ebrei italiani coinvolti, di cui il 50 per cento con il grado di ufficiale (la media nazionale era allora del 4%).
“Una pagina da ricordare. Come da ricordare è il fatto che le sorti siano drasticamente mutate nel giro di pochi anni, con l’abominio delle Leggi Razziste promulgate ai danni della popolazione ebraica. Un vergognoso tradimento” sottolinea il presidente del Cdec (e Consigliere UCEI) Giorgio Sacerdoti.
Aggiunge Paola Mortara, curatrice del progetto assieme ad Annalisa Bemporad: ”Questa mostra combina due elementi. Il fascino immediato della fotografia, assieme a una contestualizzazione che stimola l’approfondimento. Perché c’è ancora molto da scoprire”.
Per Gadi Luzzato Voghera, che ha offerto una consulenza storica, la mostra ha un grande merito: quello di inserirsi in una narrazione europea di ampio respiro che ha portato “numerosi musei ebraici a raccogliere questa sfida, intrigante e di non semplice realizzazione”.
Ad allietare i presenti, tra cui il Consigliere UCEI David Menasci e il rabbino capo di Bologna Alberto Sermoneta, un momento musicale condotto da Michele Carnevali, che ha proposto inni e canzoni della Grande Guerra eseguiti con l’ocarina.
(11 novembre 2015)