L’appello al presidente Trump: “No a un consigliere antisemita”
Quando Steven K. Bannon, presidente esecutivo del sito Breitbart News, era stato nominato da Donal Trump amministratore delegato del suo comitato elettorale lo scorso agosto, molte voci ebraiche (e non) avevano espresso preoccupazione. Bannon infatti è stato accusato di essere “un’antisemita, un misogino e un razzista” mentre il sito che dirige ha più volte sposato e diffuso tesi cospirazionistiche. Ora che il presidente Trump lo ha scelto come suo consigliere alla Casa Bianca, la polemica si è riaccesa.
A intervenire, l’Anti-Defamation League (Adl), organizzazione con base a New York che si occupa della lotta all’antisemitismo. In un comunicato diffuso nelle scorse ore, l’Adl dice di “essere fortemente contraria alla nomina di Steven Bannon”. “È un giorno triste quando l’uomo che ha presieduto il principale sito web della ‘alt-right ‘, un gruppo di nazionalisti bianchi, sfacciatamente antisemiti e razzisti, viene scelto per far parte del personale di alto livello” della Casa Bianca, la denuncia del presidente dell’Adl Jonathan Greenblatt in un comunicato. “Chiediamo quindi al presidente eletto Trump di scegliere e nominare quegli americani che hanno a cuore il benessere di tutte le persone del nostro paese – conclude Greenblatt – e che sono un modello dei valori del pluralismo e della tolleranza che fanno grande il nostro Paese”.
We at @ADL_National oppose the appt of Steve Bannon to sr role at @WhiteHouse bc he & his alt-right are so hostile to core American values pic.twitter.com/qCVEPKoa7q
— Jonathan Greenblatt (@JGreenblattADL) 14 novembre 2016
“Solo per fare chiarezza, il prossimo presidente (Usa) ha nominato un razzista antisemita in un ruolo equivalente a quello di capo dello staff”, il tweet di John Weaver, stratega della campagna del governatore repubblicano dell’Ohio John Kasich.
Just to be clear news media, the next president named a racist, anti-semite as the co-equal of the chief of staff. #NotNormal
— John Weaver (@JWGOP) 13 novembre 2016
Da quando Bannon ha preso la guida di Breitbart New – fondato dall’ebreo conservatore Andrew Breibart, morto nel 2012 – il sito si è spostato su posizioni tanto a destra da essere diventato un punto di riferimento per i suprematisti bianchi a stelle e strisce. In questi mesi di campagna elettorale, poi, ha sposato tesi complottiste come quella che sostiene che l’organizzazione Planned Parenthood, per le interruzioni di gravidanza, avrebbe legami con il nazismo, fino alla teoria per cui l’assistente di Hillary Clinton, Huma Abedin, sarebbe una spia dell’Arabia Saudita (sulla questione, ha scritto l’Huffigton Post). Breitbart, hanno poi sottolineato diverse associazioni ebraiche e antirazziste, spesso definisce alcuni alcuni personaggi politici come “l’ebreo” o “l’ebrea”.
Anche nella vita privata Bannon è stato accusato di antisemitismo. Secondo quanto risulta dalle carte processuali del suo divorzio, la ex moglie Mary Louise Piccard ha sostenuto in tribunale che Bannon non voleva che le figlie frequentassero le scuole private a Los Angeles perché c’erano troppi studenti ebrei lì. La Piccard – riporta il Forward – ha dichiarato ai giudici che all’ex marito “non piacciono gli ebrei e non gli piace il loro modo di crescere i loro figli come ‘marmocchi piagnucolosi’”.
Daniel Reichel
(14 novembre 2016)