melamed, una gita – Venezia, gli Ebrei e l’Europa
“Mi è piaciuto costruire il Ghetto con le casette di carta”, “Mi è piaciuto il Ghetto Nuovo, con i due pozzi e le tre sinagoghe”, “Mi ero figurata diverso il Ghetto”, o, ancora “Ho trovato più bello il Ghetto Vecchio, c’era più spazio per camminare”. Molto entusiasmo e un grande interesse per gli alunni di IV e V della Scuola ebraica di Trieste, che si sono recati in gita a Venezia, sia per una visita guidata alla mostra “Venezia, gli Ebrei e l’Europa” – curata da Donatella Calabi in occasione dei 500 anni dall’istituzione del primo Ghetto e allestita a palazzo Ducale – che per un laboratorio. Dopo un lavoro approfondito in classe, all’arrivo i ragazzi sono stati guidati attraverso i tre Ghetti per visitare poi la mostra con una, se pur minima, conoscenza del luogo.
Incuriositi e interessati, hanno seguito una visita guidata alla mostra, sulle tematiche della nascita, dell’organizzazione e dei diversi momenti di un luogo destinato a rinchiudere tutti gli ebrei di Venezia nel 1516. Dalla presentazione dei tre Ghetti alla loro storia, dai mestieri che gli Ebrei svolgevano all’interno di essi a molte altre tematiche. Dieci le sezioni della mostra e undici le sale degli appartamenti del Doge ad essa dedicate. Dipinti, disegni, libri, documenti, video e modellini hanno permesso alla guida di rendere accessibile anche ai bambini la storia di quei tempi lontani. Dopo la mostra il gruppo si è spostato, per partecipare a un laboratorio, il momento giocoso della gita. Divisi in gruppi e con l’aiuto di una mappa, forbici e colla hanno ritagliato e costruito tante casette, dando vita a piccoli Ghetti tridimensionali, che sono stati poi portati a scuola. Nel pomeriggio il ritorno nel Ghetto, per vedere quanto studiato e scoperto durante le attività: il primo Ghetto (il Ghetto Nuovo), il secondo (il Ghetto Vecchio) e il terzo (il Ghetto Nuovissimo), i luoghi in cui si trovavano le porte che venivano chiuse ogni sera, i canali per le barche con i custodi che controllavano che nessuno uscisse fuori orario, le cinque sinagoghe, le case più alte delle altre dell’epoca per permettere a tutte le famiglie ebraiche di sistemarsi e il Banco di pegni. E alla fine ha prevalso la stanchezza: “Mi sono piaciuti i canali e le barche”, ma “Non mi è piaciuto camminare tanto”, e anche se “Era bellissimo il tetto decorato in oro delle scale di Palazzo Ducale”, “Mi facevano male i piedi a star fermo ad ascoltare la guida”! Ma tutto sommato: “Bello andare con la scuola in una delle più belle città italiane”, hanno commentato, e ancora: “Mi sarebbe piaciuto avere a disposizione più tempo” e soprattutto
“Molto emozionante. Anche se ero già stata in Ghetto andarci con la scuola è diverso”.
Daniela Misan
(16 novembre 2016)