Predrag Matvejevic (1932-2017)
“La cultura ebraica può ricomporre l’animo lacerato delle due Europe. E curarne le ferite”. Così spiegava il grande scrittore Predrag Matvejevic, scomparso ieri all’età di 84 anni, al direttore di Pagine Ebraiche Guido Vitale in un’intervista pubblicata sul giornale dell’ebraismo italiano. Tanti gli articoli-tributo pubblicati oggi sui quotidiani per ricordare l’impronta intellettuale lasciata da Matvejevic: nato a Mostar (oggi Bosnia), padre russo e madre bosniaca, “cantò il Mediterraneo e le sue civiltà intrecciate perché sentiva che lì è il cuore dell’Europa”, spiega sul Corriere della Sera Giorgio Pressburger. “È stato nemico di ogni nazionalismo e di ogni esaltazione dell’appartenenza etnica. – il ricordo di Wlodek Goldkorn su Repubblica– La parola identità la declinava al plurale, per sottolineare che tutte le persone hanno più appartenenze e l’unica lealtà dovuta è quella a difesa dei valori universali e umanistici”.
Mogherini e l’ambasciata a Gerusalemme. Bruxelles non sposterà l’ambasciata dell’Unione europea nella Capitale d’Israele. Ad affermarlo, l’Alto rappresentante dell’Ue agli Esteri Federica Mogherini in un’intervista al Corriere della Sera. “Anche noi sposteremo la nostra ambasciata a Gerusalemme?”, chiede il giornalista a Mogherini, in riferimento alla decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di muovere da Tel Aviv alla Capitale israeliana l’ambasciata Usa. “Assolutamente no. – la risposta della Mogherini – Spero però che il processo di pace in Medio Oriente possa presto essere affrontato con un coordinamento stabile tra Bruxelles, Mosca, le Nazioni Unite e Washington”.
Genova, fermare il raduno neonazi. Continua la mobilitazione a Genova per evitare che il prossimo 11 febbraio si svolga a Genova il raduno delle ultradestre europee annunciato da Forza Nuova. La questione è arrivata sul tavolo del ministro dell’Interno Marco Minniti e il sindaco Marco Doria ha già detto di essere contrario alla possibilità di permettere il raduno. Quest’ultimo, ricorda Repubblica Genova, “verrebbe vissuto da un lato come un affronto ai radicati sentimenti antifascisti della città medaglia d’oro della Resistenza, e dall’altro come un problema serio di ordine pubblico”.
Mattarella e i 40 eroi normali. Ieri al Quirinale il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha premiato 40 cittadini italiani che nel corso della vita si sono distinti per “solidarietà e senso della comunità”. Tra loro, Emma Alatri che, nel post-guerra, aiutò la comunità ebraica a ritrovare il senso di appartenenza (l’Unità).
Trump con gli occhi di Philip Roth. Il filosofo Bernard-Henri Lévy racconta l’incontro avuto con lo scrittore americano Philip Roth proprio nel giorno del insediamento del nuovo presidente Usa Donald Trump. “Nell’appartamento di Manhattan, – scrive Lévy, nell’articolo pubblicato dal Corriere – pieno zeppo di scaffali e di libri, dove abita dal giorno in cui ha annunciato di non aver più intenzione di scrivere, Roth ha trascorso la mattina davanti alla televisione. Anche lui, come tanti americani, ma forse con maggiore sconcerto, ha osservato le immagini di quel vecchio bambino rabbioso che strilla e agita i pugni per insultare le élite di Washington, il popolo americano e il mondo intero”.
Bologna, la curva per Arpad. “Nessuno toccherà San Luca. La curva del Dall’Ara dedicata al santuario avrà due nomi e uno di questi sarà Arpad Weisz”. A spiegarlo, il presidente della Comunità ebraica di Bologna Daniele De Paz, in riferimento alla decisione del Comune di intitolare al grande allenatore rossoblu, vittima della Shoah, la curva della squadra. “La storia di Arpad, che fu perseguitato dai nazisti e morì ad Auschwitz, è ancora molto attuale, soprattutto tra i giovani. Dare alla curva un altro nome è solo un modo per attribuirle un significato ancora più profondo, senza nulla togliere a San Luca. Questo posto continuerà a essere chiamato in entrambi modi” continua De Paz (Corriere Bologna).
Porzûs, gli opposti partigiani fanno pace. Dopo 72 anni, è il momento della riappacificazione tra i protagonisti dell’eccidio delle malghe di Porzûs dove 17 partigiani di area cattolica furono trucidati il 7 febbraio 1945 dai partigiani gappisti comunisti guidati da Mario Toffanin. Il momento della riconciliazione sarà domenica, nell’anniversario della strage, quando l’Anpi di Udine sarà presente per la prima volta in veste ufficiale alla cerimonia, accogliendo l’invito dell’Associazione partigiani Osoppo (La Stampa).
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked
(3 febbraio 2017)