Milano – A tutela dello sviluppo infantile ci sono prevenzione e formazione
Una ricerca pilota importante, voluta e finanziata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che segna un passaggio significativo nel lavoro sulla salute psicomotoria dei bambini. I risultati di questo studio, realizzato da Villa Santa Maria, Centro di Tavernerio (Como), sono stati presentati ieri a Milano nella prestigiosa sala Pirelli del Palazzo della Regione Lombardia. Il progetto – che ha coinvolto le scuole ebraiche (nello specifico, asili nido e materne) di Milano e poi Torino, Trieste, Firenze e Roma – aveva due obiettivi, ha spiegato la coordinatrice Odelia Liberanome: uno preventivo per i bambini e uno formativo per gli educatori e operatori scolastici. In particolare, ha ricordato Liberanome – tra gli oratori del convegno moderato dalla giornalista Ada Treves e aperto dai saluti del vicepresidente dell’UCEI Giorgio Mortara, della presidente e direttore generale di Villa Santa Maria Gaetana Mariani e della presidente dell’Agenzia ebraica per Israele (Sochnut Italia) Claudia De Benedetti – lo scopo del progetto consisteva da una parte nella valutazione dell’adeguatezza dello sviluppo piscomotorio in età prescolare, individuando un eventuale anticipo o un ritardo del bambino nel conseguire determinate capacità; dall’altra, formare il personale degli asili nidi e delle scuole materne perché acquisissero le competenze necessarie per raggiungere il primo obiettivo citato.
Ad aprire la sessione volta a presentare lo studio, sostenuto dall’UCEI con la collaborazione dell’Associazione medica ebraica (presente in sala la neonominata presidente Rosanna Supino) e della Sochnut Italia, l’intervento di Maurizio Bonati, responsabile Laboratorio per la salute materno infantile IRCCS Mario Negri, che ha fatto una panoramica sulla situazione dei disturbi del neurosviluppo nella popolazione infantile a livello internazionale. Bonati ha poi sottolineato l’importanza del percorso intrapreso dalle diverse scuole ebraiche, parlando “di una responsabilità che ora deve però essere portata avanti”. Marina Norsi, invece, neuropsichiatra infantile dell’Ospedale Be’er Sheva (da una prima collaborazione con questo istituto israeliano ha preso il via il progetto complessivo) ha sottolineato l’importanza di una diagnosi precoce dei disturbi del neurosviluppo mettendo in particolare in relazione i dati provenienti dagli Stati Uniti e la realtà di Israele, molto avanzata su questo fronte. Si è poi entrati nel vivo della ricerca – dal titolo La salute psicomotoria – con la presentazione di Eleonora Castagna, coordinatrice del progetto per Villa Santa Maria, di cui è responsabile dei terapisti della riabilitazione. Castagna ha spiegato le diverse fasi del progetto che hanno visto prima coinvolti i bambini della scuola ebraica di Milano poi quelli di Torino, Trieste, Firenze e Roma. Nella prima fase, erano stati osservati 87 bambini (4 casi in totale sono stati inviati ad approfondimento diagnostico e 6 casi direttamente a un intervento terapeutico) mentre nella seconda 140 (6 i casi inviati ad approfondimento diagnostico e 6 a intervento terapeutico).
Il progetto ha fatto emergere con forza quando sia importante la formazione degli insegnanti e degli educatori sui temi toccati dalla ricerca, ha spiegato invece Gloriana Candusso, direttrice dell’Asilo nido e Scuola per l’Infanzia Marco Tedeschi diTrieste. Candusso ha anche ricordato come, per quanto riguarda l’esperienza triestina, i genitori abbiano in larghissima maggioranza aderito all’iniziativa, cosa non scontata. A chiudere la serie di interventi, Enzo Grossi, direttore Scientifico Villa Santa Maria, che ha sia sottolineato la necessità di ricerche come quella fortemente voluta dall’UCEI sia ricordato come di fronte al tema dello sviluppo dei bambini è necessario i genitori, che non sempre sono i migliori osservatori, possano affidarsi ad esperti.
(8 febbraio 2017)