Qui Torino – Il falò delle libertà
Insieme, per i diritti di tutti
Grande attesa, curiosità, emozione, impegno. Una grandissima folla a Torino ha voluto cogliere l’occasione del “Falò della libertà per i diritti di tutti”, organizzato dalla Chiesa Evangelica Valdese, insieme alla Comunità ebraica e al Comune per ribadire il proprio no a ogni discriminazione. Il pastore Paolo Ribet ha ricordato alle migliaia di presenti il senso di una tradizione molto sentita nelle Valli Valdesi, dove ogni anno alla vigilia del 17 febbraio ci si raccoglie intorno ai falò per ricordare la concessione nel 1848 dei diritti civili e politici da parte di Re Carlo Alberto. Come ha ricordato il presidente Dario Disegni, la Comunità ebraica non poteva non rispondere con entusiasmo, per affiancare il Concistoro valdese in quella che è stata davvero una festa della libertà e per la libertà di tutti. Gli “Israeliti regnicoli” – ha ricordato Disegni – ottenevano poco più di un mese dopo, il 29 marzo, l’emancipazione con il regio decreto n. 688, con il quale venivano loro riconosciuti i diritti civili e la facoltà di conseguire i gradi accademici, mentre nei mesi successivi sarebbero stati poi riconosciuti l’ammissione alla leva militare, il godimento dei diritti politici e l’accesso alle cariche civili e militari. “Non va però dimenticato – ha continuato – che occorrerà attendere ancora un secolo da quel 1848, passando attraverso la vergogna delle leggi razziste del 1938, per vedere finalmente sanciti dalla Costituzione della Repubblica l’eguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge senza distinzione di religione con l’articolo 3, il diritto di tutti di professare liberamente la propria fede religiosa, sancito dall’articolo 19 e il fondamentale principio dell’eguale libertà davanti alla legge di tutte le confessioni religiose, con l’articolo 8, che segnerà finalmente il superamento dell’articolo 1 dello Statuto albertino, che riaffermava l’esistenza di una ‘religione dello Stato’, mentre gli altri culti esistenti erano ‘tollerati conformemente alle leggi'”. Molto apprezzati tutti gli interventi, e applauditissimo il discorso di Patrizia Mathieu, presidente del Concistoro della chiesa valdese di Torino, che ha sottolineato il valore fortemente laico di una festa aperta a tutta la cittadinanza: “Ci siamo sempre occupati di diritti perché per molto tempo non ne abbiamo avuti. Se le ‘Lettere Patenti’ ci riconoscevano come cittadini, non ci permettevano tuttavia la libertà di culto. Solo cent’anni dopo, con la Costituzione della Repubblica, è arrivato il pieno riconoscimento. Per questo condividiamo il palco con tutti coloro che hanno patito o tuttora patiscono l’assenza di diritti: ovviamente gli ebrei, destinatari anch’essi di Lettere Patenti nel 1848, ma anche le associazioni LGBT, quelle per la laicità delle istituzioni e quelle per i rifugiati”.
A ricordare i secoli di discriminazioni e tragedie che hanno colpito tanto la minoranza ebraica quanto quella valdese, nella stessa piazza Castello dove ieri sera bruciava il grande falò – acceso in verità con grande fatica dai vigili del fuoco che hanno lungamente lottato con legna evidentemente inadatta – una targa, in memoria del predicatore valdese Gioffredo Varaglia, che nel 1558 vi fu messo al rogo.
Moltissime le presenze istituzionali, a partire dal sindaco della città, che ha sottolineato più volte nel suo discorso come sia fondamentale il rapporto col prossimo, un valore che si deve sempre intrecciare al governo della città, “una città che è aperta e accogliente per chiunque voglia appartenervi”. Il senso di comunità, ha ribadito, è anche quello che ha fatto riunire intorno al falò comunità anche molto diverse tra loro, ma tutte ugualmente impegnate per una città capace di coinvolgere tutti coloro che lavorano per il bene comune, e di fare rete, soprattutto in difesa dei più deboli. Molti i rappresentanti delle istituzioni cittadine, insieme al prefetto, ai rappresentanti delle tante organizzazioni che hanno preso la parola per ribadire il proprio impegno, tra cui l’assessore Giusta – che molto si è speso per la buona riuscita della serata – e il presidente del comitato interfedi Valentino Castellani. Tantissimi bambini, incantati dal fuoco e dal colorato drappello dei pirati pastafariani che non potevano far mancare il proprio appoggio a una simile iniziativa, molta attesa, calore e un poco di ironia per la difficoltà evidente con cui è stato acceso il falò – il pastore Ribet ha garantito: “L’anno prossimo la legna però la portiamo noi”.
E come monito per tutti restano le parole di Dario Disegni: “Riaffermiamo con forza che il diritto all’uguaglianza deve andare di pari passo con il non meno essenziale diritto alla diversità. Siamo qui per ribadire l’impegno civile di lottare perché nella nostra società vengano garantiti effettivamente a tutti i cittadini, e a tutti coloro che aspirano a divenirlo fuggendo da regimi totalitari e sanguinari, piena uguaglianza di diritti, indipendentemente dalla fede religiosa, dalla cultura, dalla condizione sociale, dall’orientamento sessuale”.
Ada Treves twitter @atrevesmoked
(17 febbraio 2017)