European Academy of Religion – “Ex Nihilo”
Ascolto e dissenso, la chiave è il confronto
È stata la Lectio di Pierre Gisel, intitolata “Vers une coexistence créative entre théologie et sciences des religions”, ad aprire i lavori di “Ex Nihilo – A Zero Conference on Research in the Religious Fields”, la conferenza apertasi ieri che per 5 giorni raccoglie a Bologna centinaia di studiosi delle religioni, convenuti su invito della European Academy of Religion (EuARe), nata lo scorso dicembre su impulso della Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII guidata da Alberto Melloni. Col patronato del Parlamento Europeo e della rappresentanza italiana della Commissione Europea, oltre che dell’Unesco, del Miur e del Ministero degli Affari Esteri, del Consiglio Nazionale delle Ricerche, e del Consiglio Nazionale Forense, e con il supporto di Comune e Regione, la conferenza sta in questi giorni mostrando come l’idea stessa di una Accademia europea delle religioni sia capace di raccogliere un enorme interesse, e di attirare consensi. Come ha spiegato il professor Melloni in apertura dei lavori, “L’obiettivo di EuARe non è di rimpiazzare le istituzioni di ricerca che già operano in questo ambito, ma di offrire una nuova piattaforma che permetta di integrarne le attività con un approccio inclusivo. Dozzine di associazioni vecchie e nuove, di accademie e di reti già esistenti sono state invitate a unirsi a noi, insieme a studiosi che rappresentano le tantissime discipline che si occupano dell’esperienza religiosa, nel rispetto delle specificità della propria cultura e tradizione, e dell’ambito accademico ed epistemologico di appartenenza”.
La conferenza, che è anche evento collaterale del G7 delle Scienze e del Lavoro, ha linee guida chiare, anch’esse esplicitate da Melloni: nessuno ha il diritto di dare giudizi sulle motivazioni, perché ogni atto di conoscenza può essere e deve essere valutato solamente sulla base dei risultati che raggiunge, e attraverso discussioni accademiche e scientifiche. Sono i principi della scienza, della conoscenza, della ricerca. “In questi giorni, durante la Zero Conference, incoraggiamo e ci aspettiamo che tutti si mettano all’ascolto, in maniera positiva, ma anche che ci sia dissenso, anche forte, così come discussioni feconde fra colleghi che provengono da una cinquantina di paesi diversi”.
Gisel, docente di teologia sistematica all’Università di Losanna e responsabile dellユinsegnamento sulle tradizioni religiose al Politecnico della stessa città, cui è stato dato l’onore della Lectio di apertura, ha aperto i lavori spiegando che il titolo del suo intervento voleva essere soprattutto una proposta e un obiettivo, quello di una coesistenza possibile e addirittura auspicabile di ambo le parti, ossia di teologia e di sceinza delle religioni. “Intende anche riconoscere l’esistenza duplice della teologia, da un lato, e degli sstudi religiosi dall’altro. Non voglio invece annunciare né augurare la fusione delle discipline, né l’omogeneizzazione dell’area di ricerca, e neppure la trasformazione della teologia in studi religiosi”. Un intervento, apprezzatissimo, in linea con i principi di Ex Nihilo, che non vuole porsi come uno spazio di dialogo interreligioso tra le diverse autorità ma come un’arena aperta a discorsi accademici e discussioni tra studiosi. I teologi sono qui considerati parte del dibattito accademico, come succede in migliaia di università e centri di ricerca in tutto il mondo, con la speranza che tutti i partecipanti possano trarre beneficio dal confronto con quanto la ricerca porta avanti in tutto il mondo.
La prima giornata di lavori, che vede ognuna delle numerose sale occupata da almeno quattro diversi panel che si succedono a ritmo battente che vanno da “Modern Philosophy of Religion: Approaches, Methods and Concepts” a “Religious Rights and International Law – Between Universality and Subsidiarity”, “Data Archives for the study of religions” o “Christians and Jews from Pius XII to Paul VI” – sono una ventina ogni giorno, composti ognuno da diversi studiosi provenienti da tutto il mondo – si concluderà con tre diverse lectiones. Nell’Aula Magna Santa Lucia John S. Kloppenborg del Trinity College di Toronto interverrà su “Disciplined Exaggeration: the Heuristics of Comparison in Biblical Studies, mentre nell’Aula Absidale Perry Schmidt – Leukel dell’Università di Münster terrà un intervento su “A fractal interpretation of religious diversity”. A chiudere la giornata sarà la storica israeliana Dina Porat che nella Sala delle Assemblea terrà una lectio su “Five Popes – four visits – two declarations: The Israeli–Jewish perspective on the changes in the Vatican towards the Jewish people”.
Ada Treves twitter @ada3ves
(19 giugno 2017)