Presto e Zesto, il ritorno di Sendak

Si intitola Presto and Zesto in Limboland l’inedito di Maurice Sendak da poco ritrovato da Lynn Caponera, presidente della Fondazione intitolata a quello che è considerato un vero e proprio “mostro sacro” della letteratura per l’infanzia. Una definizione che probabilmente sarebbe andata a genio a un autore noto soprattutto per Where the Wild Things Are, pubblicato nel 1963 e tradotto in italiano come Nel paese dei mostri selvaggi. Appunto.sendak
Contestato per il suo approccio rivoluzionario alla narrativa per ragazzi e al modo in cui i lettori vedono l’infanzia, ha messo nelle sue pagine ciò che gli altri avevano escluso. All’uscita, furono molte le critiche rivolte a Where the Wild Things Are, libro mitico cui DafDaf ha dedicato un numero speciale nel 2015: “Un libro da non mettere in mano a bambini sensibili che potrebbero esserne negativamente influenzati” fu una delle opinioni più moderate, e anche altri suoi volumi furono tolti dagli scaffali perché considerati troppo spaventosi e inquietanti per i bambini (In the Night Kitchen, del 1970, fu sottoposto a censura). Il suo successo è cresciuto negli anni, fino a farlo diventare un riferimento per tutti coloro che si occupano di letteratura illustrata, così come per tutti coloro che prendono sul serio i piccoli lettori. I bambini da lui raffigurati possono comportarsi male e non avere rimorsi, nei loro sogni e nei loro incubi volano in luoghi di cui nessuno immaginerebbe l’esistenza, incontrano mostri e ogni sorta di creature bizzarre.
Presto and Zesto in Limboland, il titolo del libro ritrovato la cui uscita è prevista per il prossimo anno, ha origine dai soprannomi dei due autori, Sendak e Arthur Yorinks, che avevano già lavorato insieme a The Miami Giant, uscito nel 1995 e Mommy?, del 2006. “Presto” era il soprannome che Sendak aveva appioppato a Yorinks una volta che era arrivato a casa sua più in fretta del previsto, e in cambio era stato chiamato “Zesto”.
Michael di Capua, per lungo tempo editore di Sendak, ha spiegato che il ritrovamento del testo non è solo una enorme sorpresa, ma che il manoscritto è completo, e anche già totalmente illustrato. Le illustrazioni, in effetti, sono molto precedenti: nel 1990 Sendak aveva lavorato a una produzione della London Symphony Orchestra dedicata a “Rikadla”, un’opera del 1927 del compositore ceco Leoš Janáček. Rime surreali trasformate in un’opera musicale, per la quale aveva creato 10 tavole utilizzate solo in quell’occasione, fatte su testi che era praticamente impossibile trasformare in una storia. Una decina di anni più tardi, su richiesta di un musicista che aveva partecipato a quello spettacolo e che voleva usarle per un concerto benefico, Sendak aveva mostrato nuovamente le tavole a Yorinks, che ricorda quel pomeriggio come una giornata di risate e divertimento, fino a quando, a furia di scherzi e battute, era nata una storia. Così, in omaggio alla loro amicizia, avevano deciso di intitolarla Presto and Zesto in Limboland. Il lavoro sul testo venne poi rallentato dalla concentrazione con cui Sendak si era dedicato a Brundibar, libro uscito nel 2003 e ispirato all’operina più volte rappresentata a Theresienstadt, il “campo modello” nazista.
Brundibar Sendak
Come Sendak anche Yorinks all’epoca si era dedicato ad altro, fino a che entrambi avevano completamente dimenticato l’opera inedita, che era praticamente già pronta e cui Yorinks ha apportato solo aggiustamenti minori.
Il nuovo testo, che come anticipato dal Publishers Weekly uscirà nell’autunno del 2018, è la storia di un’amicizia, e di un mondo divenuto sconcertante, difficile da comprendere.
Il ritrovamento del libro unisce ora Sendak a Beatrix Potter e al Dr. Seuss, anch’essi pubblicati postumi. È una vera notizia, sia per la sua casualità che per la storia di un autore a lungo considerato scomodo e che non ha fatto mai mistero di come le sue esperienze personali abbiano influenzato il suo lavoro. Nato nel 1928 a Brooklyn da una coppia di immigrati ebrei polacchi, Sendak sicuramente non ha avuto un’infanzia serena e la sua famiglia gli ha fornito in abbondanza materiale per quella che sarebbe diventata la sua professione. Molti dei suoi libri hanno un inizio brutale, con due temi ricorrenti: i bambini abbandonati e la perdita dei genitori. “È quello di cui ho sempre scritto. Da bambino pensavo continuamente alla morte. Ma non è una cosa che puoi raccontare ai tuoi genitori, no?” Prima dell’uscita di Where the Wild Things Are, Sendak era noto soprattutto come l’illustratore delle Storie di orsacchiotto di Else Holmelund Minarik, e l’uscita del suo primo libro come autore e illustratore cambiò decisamente le cose: non si trattava più di un cucciolo adorabile e della sua attenta mamma bensì di un quattrenne pestifero travestito da lupo che viene mandato a letto senza cena e che si mette a capo di una ridda di mostri. Selvaggi. Liberi, a disposizione dell’immaginario dei piccoli lettori.
sendak
In un’intervista del ’93 aveva dichiarato: “Gli adulti hanno un bisogno disperato di sentirsi al sicuro, e proiettano questa loro necessità sui bambini. Ma quello che nessuno di noi sembra realizzare è quanto i bambini siano in gamba. A loro non piace quello che scriviamo ‘per i bambini’, quello che prepariamo apposta per loro, perché si tratta di cose insulse mentre loro cercano cose forti, concetti difficili, vogliono confrontarsi con qualcosa da cui possano imparare, non racconti didattici, vogliono racconti appassionati”. E in un’altra intervista: “I bambini sono forti, anche se noi ce li rappresentiamo come fragili. Devono esserlo, l’infanzia non è un periodo facile, anche se noi ne abbiamo una visione sentimentale. Capiscono bene cosa è reale e cosa non lo è, capiscono le metafore e i simboli. Se i bambini sono differenti da noi, è perché sono più spontanei, mentre gli adulti negli anni si sono ricoperti di un guscio fatto di scorie”.
E per chiarire definitivamente il concetto aveva aggiunto: “Non scrivo per i bambini. Non scrivo per gli adulti. Scrivo e basta.”

Ada Treves twitter @ada3ves

(10 luglio 2017)