…propaganda
La proposta di legge volta a punire chi propaganda i contenuti fascisti o nazisti e chi ne richiama pubblicamente la simbologia o la gestualità non è volta a limitare la libertà di pensiero ma ad impedire atti e comportamenti di tipo squadristico. Non stiamo parlando solo dei patetici gadgets di Predappio, ma delle bandiere rosso brune che sfilano nelle città italiane, rinviando a quelle naziste; del braccio teso nel saluto fascista, imposto per tanti anni agli italiani dalla dittatura fascista; delle grida razziste e antisemite negli stadi; degli insulti antisemiti sul web; delle aggressioni razziste, se non ancora antisemite, a persone che hanno un diverso colore della pelle. Questi sono comportamenti che avvicinano il nostro paese a pratiche e violenze già vissute nel periodo che precedette l’avvento del fascismo. Qui la libertà di opinione c’entra assai poco. Per questo io, che sono contraria alla legge sul negazionismo, credo ora che quella proposta da Emanuele Fiano sia necessaria. So che il fascismo, con i suoi corollari razzisti e antisemiti, si combatte con la cultura, non con la repressione. Ma mettere dei paletti che individuino ciò che è o non è lecito in questo nostro paese, frutto nonostante quel che si crede della vittoria sul nazismo e sul fascismo, è il primo necessario gradino per poter arrivare ad arginare questa marea montante di razzismo, paura, complottismo, antisemitismo, violenza. Che almeno non sia più lecito propagandare tali contenuti pubblicamente, nelle piazze o sul web. Il resto è tutto da fare, e deve essere sul terreno della cultura, dell’insegnamento, della storia.
Anna Foa, storica
(17 luglio 2017)