DafDaf estate, agosto – Una bella stella

In distribuzione in questi giorni, il numero di agosto di DafDaf propone ai suoi giovani lettori pagine particolarmente giocose e colorate. Nel numero 82 del giornale ebraico dei bambini- come abbiamo raccontato qualche giorno fa presentandolo – ritorna la rubrica “Filò”, curata da Sara Gomel, che da circa un anno offre ai giovani lettori riflessioni e storie che sono spunti per le prime incursioni nel mondo della filosofia. Questo mese la sua rubrica affronta un argomento complesso, e molto attuale, ossia il nostro rapporto con la bellezza, raccontato dal punto di vista di una stella marina, che vorrebbe essere diversa da quello che è. Riproponiamo qui i contenuti della rubrica.
a.t. twitter @ada3ves

Una bella stella

C’era una volta, in un pezzo di mare vicino alla spiaggia rocciosa di un paesino bianco e blu, una stella marina. Era rossa, piccola e forte, attaccata al suo scoglio, lo stesso di sempre, che in tanti anni non aveva mai lasciato. Ogni sera, quando il mare si faceva scuro e il riflesso della luna illuminava di sghembo le squame argentate dei pesci, la stella marina guardava verso il cielo, oltre la linea del mare.
Da laggiù, immersa nel buio, si distingueva solo la luce della luna, e poi tante piccole luci lontane e tremolanti. Da alcuni amici marini che avevano attraversato gli oceani e conoscevano il mondo molto più di lei, aveva saputo che quelle luci lontane erano stelle. Sì, stelle anche loro, proprio come lei!

Dal fondo del suo scoglio quelle stelle le sembravano tanto belle quanto distanti, irraggiungibili. Ma se erano stelle in fondo non potevano essere così diverse da lei, e in un modo o nell’altro erano riuscite a salire fino a lassù, oltre la linea del mare e ancora più in alto, appiccicate sul fondo del cielo. La stella marina invidiava moltissimo quelle sue colleghe stelle, che se ne stavano luminose e sfavillanti lassù, e osservavano dall’alto lo spettacolo del mondo. Lei invece il mondo non lo conosceva affatto. Dal suo scoglio, per paura, non si era mai staccata. E soprattutto, si lamentava in cuor suo, “non sono bella quanto loro, che brillano di una luce propria. Io sono di un rosso triste, banale, visto e rivisto”.

Loro erano tanto belle, e lei era soltanto una piccola insignificante stella marina.
Su queste riflessioni si intristiva. Finché, in un giorno caldo di agosto, dopo aver passato la notte ad ammirare le sue lontane sorelle, che sembravano danzare componendo infinite costellazioni, la piccola stella marina decise che era arrivata per lei l’ora di brillare come le stelle del cielo. Con uno slancio deciso si staccò dal suo scoglio e, aiutandosi con il movimento delle punte, si lasciò trascinare dalle correnti che la portarono fino in superficie.

Ora che era lì, sul limite del mare, il cielo appariva ancora più vasto, infinito. Le stelle non si vedevano ora che era giorno, ma bisognava raggiungere quel fondo azzurro dove, come ogni notte, si sarebbero ritrovate per danzare. La piccola stella marina fece di tutto per prendere il volo: spinse con forza in ogni direzione, mosse freneticamente le sue estremità. Ma i suoi sforzi erano vani. Presa dalla stanchezza dovette aggrapparsi a uno scoglio per non affondare, e su questo si abbandonò per ritrovare le forze.

Ora che era in superficie, però, si sentiva morire. Fuori dall’acqua non avrebbe potuto resistere a lungo. Le sue forze la stavano abbandonando; la stella marina si stava lentamente spegnendo.

Proprio in quel momento, giunse vicino allo scoglio un bambino, che andava alla ricerca di una biglia perduta. Quando vide stagliarsi sulla roccia il profilo rosso della stella marina, non poté trattenersi dal lanciare un grido di stupore: “Ohhhhhhhh! Quant’è bella!” esclamò.

Era così bella che avrebbe voluto portarsela a casa e mostrarla ai suoi amici. Ma poi pensò che incorniciata in un quadretto della sua casa di mare non sarebbe mai stata tanto bella quanto sul fondo del mare, nel suo ambiente naturale, tra gli scogli e le alghe multicolori. Così la prese delicatamente, si immerse e la posò su uno scoglio sommerso dall’acqua, proprio quello da cui la stella era arrivata.

E lì, arpionata al suo scoglio sul fondo del mare, il rosso della stella marina, che si era fatto tiepido, riprese tutta la sua luce e la sua brillantezza, e lei tornò a essere bella e forte com’era.

Un po’ di filosofia
Come possono apparire belle le cose diverse e distanti da noi! Le stelle del cielo sono una meraviglia agli occhi della piccola stella marina, troppo impegnata a guardare verso l’alto per accorgersi della sua bellezza.
La stella marina invidia le stelle del cielo, ma chissà che le stelle del cielo non guardino anche loro con ammirazione la stella marina, così come il bambino quando la trova sullo scoglio.

La stella marina cerca di spingersi al di là delle sue possibilità: vorrebbe volare fino al cielo per raggiungere le sue luminose sorelle.
Si accorge troppo tardi di non poterci riuscire, e intanto il suo colore si è fatto più spento. Ha perso un po’ della sua bellezza.

Ma poi, in fondo, da cosa dipende la bellezza?
Puoi provare a fare una lista di quelle che sono per te le caratteristiche che definiscono la bellezza. Puoi elencare tutti gli aspetti che ti vengono in mente, se ci riesci.

Ti accorgerai però che le caratteristiche che scegli non potranno mai essere valide per i mille usi che facciamo della parola “bello”. Ad esempio, se si parla di un essere umano si potrà dire che è bello chi ha dei tratti del viso dolci, ma può questa caratteristica valere anche per un tramonto? Eppure anche i tramonti ci meravigliano per la loro bellezza.

Senza dimenticare che qualcuno potrà non essere d’accordo con il nostro criterio, e pensare che i tratti dolci del viso non siano indice di bellezza.
Come fare allora a definire la bellezza?

È più bello chi brilla di più? (come crede la stella marina) o è la bellezza una caratteristica fissa, che appartiene agli oggetti e alle persone, e si può identificare con certezza? Può una persona che consideriamo bella non esserlo più, a un tratto, perché il suo viso è spento, perché la sua luce si è affievolita?

La piccola stella marina guarda con ammirazione le stelle lontane che sì, sono belle lassù nel cielo, ma altrettanto bella è lei sul fondo del mare, nel suo ambiente naturale, quando risplende del suo rosso brillante.
Non potrebbe allora essere che si è belli lì dove si sta bene?

A te
Fai una “lista delle bellezze”, e cioè una lista di alcune cose che, secondo te, sono belle. Quando avrai finito di redigerla prova a capire cosa accomuna tutti gli elementi che hai elencato. Hanno qualcosa in comune che può essere considerato indice di bellezza? Oppure ognuna è bella “a modo suo”?

Prova poi a estrarre un elemento della lista dal suo contesto e cerca di capire se la sua bellezza rimane inalterata anche così. Per esempio, se gli occhi blu di una persona che conosci sono belli, resterebbero tali anche se non ci fosse un viso ad ospitarli? E un fiore, sarebbe bello senza il suo prato?

Ci sono cose che sono belle indipendentemente da dove si trovano e cose che invece sono belle proprio lì dove sono?
Ma allora, dove sta la bellezza? Negli occhi di chi guarda o nelle cose? Sottoponi la tua lista ad altre persone, e prova a capire se condividono la tua idea di bellezza!

Bibliografia
Se questa rubrica non ti è bastata e vuoi ancora andare alla ricerca della bellezza, ecco un libro che potrà esserti utile:
A.Capetti, M.Castrillon, Che bello!, Topipittori, 2017

Sara Gomel, da DafDaf 82, agosto 2017

(14 agosto 2017)