Terroristi, integralisti e antisemiti
minacce esistenziali per l’Europa

Si è conclusa in queste ore a Montecitorio la terza giornata del ciclo di conferenze dedicate alla lotta all’antisemitismo e al terrorismo organizzate in Vaticano e a Roma dall’Isgap, Institute for the Study of Global Antisemitism and Policy. “L’antisemitismo non è solo un pensiero, è un’attitudine, è violenza, è una mania collettiva”, ha sottolineato in apertura Gea Schirò, membro della XIV Commissione Politiche Europee della Camera dei Deputati, dando il suo plauso al lavoro fatto dall’Isgap a livello internazionale nella lotta alla minaccia antisemita. “Una lotta – ha spiegato Robert Hassan, direttore Isgap Europa – che è in primo luogo culturale”, sottolineando poi di “essere stati ricevuti privatamente dal pontefice e abbiamo rinnovato con lui il nostro impegno a tutela delle minoranze in Medio Oriente”.

Nel suo messaggio di saluto la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha poi ricordato la risoluzione del Parlamento europeo “che invita tutti i Paesi Ue ad adottare la definizione di antisemitismo dell’IHRA e a promuovere le misure necessarie per difendere i loro concittadini ebrei e le istituzioni ebraiche, costituendo uffici statali di coordinamento alla lotta contro il pericolo antisemita. È necessario – le parole di Di Segni – che le autorità a tutti i livelli agiscano per contrastare le diverse maschere dell’antisemitismo. È necessario che il mondo musulmano si difenda da chi non gli consente di maturare ed integrarsi. È necessario che la popolazione civile si desti”.

Tanti gli ospiti israeliani intervenuti all’incontro, da Mordechai Kedar, esperto di mondo arabo, ad Anat Berko, criminologa e membro della Knesset, dal giornalista Ben Dror Yemini al professore Sergio Della Pergola, protagonista della prima giornata di convegno in Vaticano, a cui ha partecipato anche l’ex Premier britannico Tony Blair.
Molti dei relatori oggi hanno sottolineato la pericolosità dei Fratelli Musulmani, nati in Egitto e percepiti erroneamente in Europa come una realtà islamica moderata mentre invece non lo sono affatto. “Il Fratelli musulmani continuano a propagare odio in Europa. In Italia con associazioni come l’Ucoii”, ha affermato Dina Lisnyansky, ricercatrice ed esperta di sicurezza e cultura islamica. Dato sull’Italia confermato anche da Lorenzo Vidino, direttore del Programma sull’estremismo dell’Università George Washington e ricercatore dell’ISPI: “c’è una perversa ignoranza da parte delle istituzioni, anche in Italia, rispetto alle realtà islamiche scelte come partner: ci sono rappresentanti che un giorno incontrano i ministri dicendo che rispettano i principi della nostra Costituzione” e poi insegnano l’opposto. Il richiamo di Vidino, così come di molti altri relatori ospiti della tre giorni dell’Isgap, è una maggiore attenzione al fenomeno del radicalismo islamico, un’azione a tutti i livelli per isolarlo, per promuovere le comunità musulmane che rispettano i principi democratici e un lavoro trasversale contro l’antisemitismo.

d.r.