Il calcio al Memoriale della Shoah
“Lottiamo insieme contro il razzismo”
Le vecchie glorie in prima linea. Gianni Rivera a Sandro Mazzola, da Javier Zanetti a Giuseppe Bergomi. C’è anche Luciano Spalletti, tecnico dell’Inter. E tra gli atleti in attività Gigio Donnarumma, estremo difensore del Milan. Oltre a diversi dirigenti di Federcalcio, Lega, venti squadre di Serie A e B.
Il Memoriale della Shoah di Milano, nella figura del suo vicepresidente Roberto Jarach, aveva chiamato a raccolta il mondo del calcio. E il mondo del calcio ha risposto presente, per un momento di riflessione sulla Memoria convocato alla luce dei recenti episodi di razzismo, antisemitismo e incitamento all’odio che l’hanno attraversato.
Spiega Jarach, che ha promosso l’iniziativa assieme al procuratore sportivo e giornalista Gianluca Tizi: “I recenti fatti di cronaca in ambito calcistico dimostrano che la questione razziale non è relegata a episodi del passato. L’incontro di oggi fa parlare passato e presente e punta alla costruzione di un futuro in cui le singole identità siano valorizzate come portatrici di ricchezza e valore, in tutti gli ambiti della vita civile e sociale”. Urgente la necessità di svolgere una riflessione con un richiamo ai valori fondamentali. “E il luogo più indicato per farlo è questo” sottolinea Jarach, che agli ospiti fa pervenire un messaggio di saluto del presidente del Memoriale Ferruccio De Bortoli e della presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni.
Prende poi la parola il giornalista Adam Smulevich, invitato a parlare delle figure dei tre presidenti cancellati dal fascismo raccontate nel suo recente libro Presidenti. “Raffaele Jaffe, Giorgio Ascarelli, Renato Sacerdoti. Tre personaggi formidabili, letteralmente rimossi dalla storia del calcio. Eppure – afferma – le loro intuizioni segnarono un’epoca”. Milan, Inter, Juventus, Roma, Napoli, Fiorentina, Atalanta e Udinese. Il meglio del calcio italiano è schierato, ma per una volta non si gioca.
(24 gennaio 2018)