Setirot – Cosa manca
Egoisticamente, ho spessissimo ringraziato la fortuna di non essere un ebreo francese, di non dover vivere nella paura, di non essere costretto a scegliere se “mollare” e dagliela vinta andandomene con la mia famiglia o restare cercando di impegnarmi per cambiare la realtà. Oggi però convivo con la sfortuna di essere un cittadino italiano. Ciò che succede, vedo e ascolto in questo paese mi fa letteralmente orrore. Paura ancora no, perché ho sufficientemente imparato a difendermi dalle paranoie. Eppure. Basta avere studiato un poco di storia, è sufficiente avere avuto genitori e nonni e parenti che sono scampati alla Shoah o che nei lager hanno respirato la loro ultima esistenza per non cogliere le troppe inquietanti mortifere similitudini di clima, di parole usate, di obiettivi entrati nel mirino di un potere che ha saputo sfruttare al massimo le paure di un popolo che – diciamolo – non ha dato spesso grandi prove di sé. Rifugiati, migranti, gay, neri, perfino qualche accenno ai malati psichiatrici, nomadi. Mancano gli oppositori politici, ma chissà. E manchiamo noi ebrei. E poi?
Stefano Jesurum, giornalista
(19 luglio 2018)