In ascolto – Faccetta nera
“Sono amareggiato, siamo finiti sui giornali per il gesto di un irresponsabile”. Sono le parole di Angelo Fruttero, sindaco di Limone Piemonte (CN), che in questi giorni si è trovato a dover affrontare una situazione piuttosto scomoda.
Il gestore della pista di pattinaggio su ghiaccio della graziosa cittadina, meta storica degli sciatori e degli amanti del trekking, ha pensato bene di allietare i clienti con canzoni d’altri tempi. Canzoni che hanno segnato un’epoca e che restano impresse nella memoria. Canzoni come “All’armi siam fascisti”, “Faccetta Nera” o “L’ha detto Mussolini e si farà”, un’allegra melodia che fra le altre cose dice: L’italiano è risoluto allegro e forte… Se ne ride della vita e della morte!
Diversi fra i presenti hanno allertato i carabinieri e il gestore della pista, un quarantenne di Torino, è stato denunciato per apologia del fascismo. Chiaramente il popolo di Facebook si divide tra chi denuncia con fermezza la vicenda e chi invece la sostiene, definendo il gesto una semplice goliardata, un momento di leggerezza e di allegria che non è stato compreso.
Ho avuto modo, in questi ultimi dieci anni, di esprimermi più volte sul potere delle canzoni e sul significato che assumono ai fini non solo della comunicazione, ma anche della formazione del pensiero e degli ideali. Non possiamo liquidare la questione con un’alzata di spalle né tantomeno definirla una goliardata.
Tra le canzoni trasmesse in filodiffusione sulla pista di pattinaggio troviamo due simboli forti del regime: “All’armi siam fascisti” è un condensato di retorica e populismo atto a fomentare l’“arditismo” degli squadristi e “Faccetta Nera” è il ricordo vivo della guerra cruenta e sanguinosa condotta dal regime fascista in Etiopia, che in cui persero la vita migliaia di persone.
Le canzoni parlano, insegnano e ben lo sapevano i gerarchi, tant’è che il giornalista Asvero Gravelli scrisse: “Il fascismo ha vinto perché aveva le canzoni più belle”.
Maria Teresa Milano
(28 febbraio 2019)