È abbastanza preoccupante
Sentir definire “derby” la lotta tra coloro che cercavano di uccidere (direttamente o indirettamente non mi pare molto diverso) i nostri genitori e nonni e coloro che si battevano per impedirlo (o coloro che ai nostri giorni esaltano gli uni o gli altri) è già di per sé abbastanza preoccupante.
Sentir dire che questo derby è anche poco interessante (a differenza dei derby calcistici, che invece appassionano tutti) è già di per sé abbastanza preoccupante.
Sapere che queste affermazioni provengano dal nostro Ministro dell’interno e Vicepresidente del Consiglio dei Ministri è già di per sé abbastanza preoccupante.
Sapere che queste affermazioni gli sono servite per giustificare la scelta di non partecipare ai festeggiamenti per la Liberazione è già di per sé abbastanza preoccupante.
Sapere che il ministro in questione avrebbe avuto molte possibilità di celebrare la Liberazione partecipando a cerimonie ufficiali senza dover necessariamente scendere in piazza dietro alle bandiere rosse – e quindi evidentemente ha ritenuto che anche le cerimonie ufficiali per lui fossero troppo – è già di per sé abbastanza preoccupante.
Sapere che avrebbe potuto, per esempio, partecipare alle celebrazioni organizzate dalla Comunità Ebraica di Roma come hanno fatto l’altro Vicepresidente del Consiglio e due ministri, e invece ha ritenuto che non fosse opportuno fare neppure quello è già di per sé abbastanza preoccupante.
Domandarsi come mai abbia ritenuto che non fosse il caso di partecipare a nessun genere di celebrazione è già di per sé abbastanza preoccupante.
Domandarsi come mai abbia preferito affrontare piuttosto un mare di critiche e polemiche è già di per sé abbastanza preoccupante.
Domandarsi chi voleva accontentare e chi non voleva scontentare con questo comportamento è già di per sé abbastanza preoccupante.
Domandarsi se sia convinto che rifiutare di celebrare la Liberazione gli porterà più voti nelle imminenti elezioni è già di per sé abbastanza preoccupante.
Domandarsi se la sua convinzione sia fondata e rispondersi che in effetti potrebbe esserlo è decisamente molto, molto, molto preoccupante.
Sapere che il ministro appartiene a un partito il cui leader 25 anni fa, il 25 aprile 1994, partecipava orgogliosamente all’enorme corteo di Milano per festeggiare la Liberazione e gridava “Mai con i fascisti!” non so quanto sia preoccupante ma è certamente molto triste. È un segno che i tempi sono cambiati, e non in meglio.
Constatare che molti ebrei non sembrano affatto preoccupati per tutto questo non basta a tranquillizzarmi.
Anna Segre