Liliana Segre: “Le pietre d’inciampo, nomi e storie da ricordare”
“Le pietre d’inciampo parlano di storie lontane, per la maggior parte sconosciute. Di persone sparite o nel vento di Auschwitz per la colpa di essere nate o nel vento della tempesta per aver scelto di opporvisi”. Nella sala consigliare di Palazzo Marino sono le parole della senatrice Liliana Segre a spiegare il significato delle Stolpersteine, le pietre d’inciampo che per il quarto anno verrano poste dall’artista tedesco Gunter Demnig in diversi luoghi di Milano, in memoria di chi fu deportato e ucciso dai nazifascisti. “Milano è Memoria e vuole essere Memoria e la risposta a questa iniziativa lo dimostra”, ha dichiarato il presidente del Comitato Pietre d’inciampo Marco Steiner, sottolineando che quest’anno nuove città si sono aggiunte al novero di chi ha voluto posare questi piccoli monumenti diffusi di memoria lungo le proprie strade. “L’inciampo in queste pietre ci costringe a pensare a ciò che è avvenuto, sono dei dispositivi che ci inducono a farci domande”, ha ricordato il presidente del Consiglio comunale Lamberto Bertolé . 28 le pietre che verrano posate quest’anno con i nomi di altrettanti cittadini deportati e mai più tornati da Auschwitz e dagli altri campi di morte. A leggere i loro nomi, un gruppo di studenti delle medie, parte di un progetto legato alla tutela delle Pietre milanesi. A loro si è rivolta Segre, ricordando la figura di Andrea Schivo, la guardia penitenziaria di San Vittore che aiutò per quanto possibile ebrei e oppositori del regime nazifascista detenuti, e che per questo fu deportato a Flossenburg da cui non fece più ritorno. “In un mondo violento dove Schivo avrebbe potuto fare parte dei violenti, sceglie. Sceglie, fa la scelta. È questo quello che, quando parlo ai ragazzi, mi sforzo di far capire: saper fare la scelta ogni giorno, ogni minuto della propria vita perché allora si sarà uomini e donne con la lettera maiuscola. E non si sarà quello che ha denunciato, per paura, per ottenere qualcosa, sono quelli che non hanno fatto la scelta e non la faranno mai, che lasceranno fare agli altri, a quelli che gridano più forte, a quelli a cui conviene che ci siano tanti paurosi che non sanno fare la scelta”. “La paura non è mai una buona consigliera e fa fare cose vergognose, impedisce di fare una scelta – ha ricordato la senatrice, sopravvissuta ad Auschwitz -. Quasi tutti sono quelli che non fanno la scelta” anche oggi.
Daniel Reichel