Viaggio americano
L’ultimo viaggio da me intrapreso negli Stati Uniti alla ricerca di musiche scritte nei Lager e Gulag ha permesso di portare a Barletta uno strumento musicale di enorme valore storico; il violino di Auschwitz appartenuto al violinista polacco Jon Stanislaw Hillebrand.
Jon Hillebrand fu deportato appena 17enne ad Auschwitz I Stammlager; gli fu permesso di portarsi il violino che nel Lager rivestì di stoffa ricavata dagli indumenti indossati dai deportati.
Jon era un musicista talentuoso, perciò fu cooptato nella Lagerkapelle, l’orchestra che suonava all’ingresso del famigerato ingresso di Auschwitz e che, grazie alla bacchetta del violinista, compositore e direttore d’orchestra polacco Adam Kopycinski arrivò a livelli qualitativi eccezionali.
Jon era molto giovane, perciò non suonava in prima fila dove si esibivano i più anziani; sopravvisse, ma il regime comunista che si insediò in Polonia gli rese la vita difficile.
Emigrato negli Stati Uniti, si insediò a Bay City, paese della provincia americana nel Michigan; sua moglie, Hanna Grazyna Hillebrand, mi scrisse due mesi fa.
In poco più di un mese, la Fondazione Istituto di Letteratura Musicale Concentrazionaria di Barletta ha organizzato il viaggio e, dopo ben tre scali aerei (New York, Detroit, Saginaw) insieme alla manager della Fondazione Donatella Altieri e alla giornalista della CBS Sabina Castefranco, abbiamo raggiunto la vedova Hillebrand a Bay City, letteralmente sepolta dalla neve.
Qui Hanna Grazyna Hillebrand (nella foto) mi ha consegnato il violino di Auschwitz appartenuto a suo marito Jon; il violino è in discrete condizioni e, al ritorno in Italia, è stato già sottoposto al lavoro di esperti liutai che facciano tornare a suonare questo incredibile, meraviglioso strumento.
Il viaggio americano si spostava dal freddo Michigan alla calda Miami; qui abbiamo incontrato il leggendario musicista e percussionista ebreo polacco naturalizzato statunitense Saul Dreier.
Con i suoi 95 anni, Saul è ancora pieno di energia, vitalità ed entusiasmo; anni fa ha fondato con altri musicisti sopravvissuti la Holocaust Survivor Band e ancora oggi suona le percussioni in concerti che fanno sold out dinanzi a platee piene soprattutto di giovani che cantano a squarciagola canzoni popolari in lingua yiddish al ritmo della sua batteria.
Nato nel 1925 a Cracovia, allo scoppiare della Seconda Guerra Mondiale Saul fu trasferito con i suoi familiari nel Ghetto di Cracovia; come la gran parte degli ebrei del Ghetto, fu deportato presso il Campo di lavoro di Płaszów (sobborgo di Cracovia).
Successivamente deportato a Mauthausen e infine a Linz, ivi fu liberato dalle truppe statunitensi; fu inviato prima a Salisburgo, infine presso il Campo profughi pugliese di S. Maria a Bagno.
Nel 1946 Dreier fu trasferito a Barletta presso il Campo profughi allestito alle Casermette; a Barletta Saul si distinse come ottimo giocatore di football in una delle squadre assemblate dai profughi ebrei per i tornei di calcio che si svolgevano nelle Casermette (nella foto, il quarto da sinistra in piedi), pensò addirittura di rimanere a Barletta e giocare nella squadra locale.
Ma il destino chiamava Saul altrove; inviato nel 1947 con altri profughi a Bari – ivi si occupò di organizzare gli imbarchi per la Palestina Mandataria, dal 1948 Stato d’Israele – e infine a Napoli, dal capoluogo partenopeo emigrò definitivamente per gli Stati Uniti.
Saul e io ci siamo incontrati a Miami dove risiede, ivi Saul ha ricordato e intonato canti e niggunim creati tra Płaszów e Mauthausen; un immenso tesoretto musicale che si aggiunge al patrimonio che sarà conservato presso la Cittadella della Musica Concentrazionaria.
Saul ha espresso il desiderio di volare da Miami a Barletta in occasione della imminente apertura dei lavori della Cittadella della Musica Concentrazionaria; sarà pienamente accontentato.
Per migliaia e migliaia di uomini e donne privati di tutto, la musica fu creazione di una vita parallela fatta di Bellezza e Ingegno.
Francesco Lotoro