Di generazione in generazione / 4 Una preghiera per l’umanità
La tefillà di rav Steinsaltz

Rav Adin Steinsaltz è fra le più importanti figure rabbiniche del Secondo dopoguerra: autore di una traduzione del Talmud Babilonese in ebraico moderno che comprende un apparato esplicativo innovativo e completo, scienziato, scrittore prolifico, interprete di buona parte del canone ebraico (dal Mishnè Torà di Maimonide, alla Mishnà, alla Bibbia, fino al libro che è alla base del movimento Chabad, ovvero il Tanya). Lo conobbi non so più nemmeno io quanti anni fa, grazie a Vittorio Dan Segre z.l del quale era molto amico. Da allora la consuetudine dei rapporti stretti, di studio e di amicizia, fra la sua famiglia e la mia non si è mai interrotta.
Quasi quattro anni fa rav Steinsaltz fu colpito da un ictus devastante. Miracolosamente, sopravvisse. Ora, dopo una lunga rieducazione, è autonomo e lucido quanto prima. Tuttavia, pur capendo tutto, e divorando ogni settimana una quantità inimmaginabile di libri, ancora non parla.
Diversi anni fa, dopo l’11 settembre, volle comporre una preghiera ad hoc. Oggi suo figlio, rav Menachem Even Israel (chi lo frequenta, è abituato a chiamarlo semplicemente Men), ha rielaborato quel testo alla luce della nuova prova che l’umanità sta affrontando. Rav Steinsaltz ha letto la rielaborazione del figlio, l’ha approvata e siglata.
Questa tefillà o preghiera è stata inviata ai vari amici di rav Steinsaltz nel mondo ed è stata tradotta o sta per essere tradotta in varie lingue. Ieri sera, rav Menachem l’ha inviata anche in Italia. Oggi rav Riccardo Di Segni ne ha letto l’originale ebraico al termine della tefillà per i malati del Coronavirus che ha tenuto al Tempio Maggiore di Roma, trasmessa in diretta sui social. Ne ho approntato una traduzione che vi è proposta qui per la prima volta.
Non credo di dover aggiungere nulla al testo: è molto significativo e chiaro di suo. Né tantomeno commento le tre istruzioni che rav Steinsaltz ha voluto aggiungere. Sta a ciascuno raccoglierle al meglio delle proprie capacità e della propria volontà.
 
Massimo Acanfora Torrefranca
 

foto rds 
Tefilla del Rav Adin Steinsaltz al tempo del Coronavirus
 
 
“E prima che essi invochino, Io avrò già risposto;
mentre ancora parlano, Io avrò dato ascolto” (Isaia 65:24)
 
Sovrano dell’universo, Padre di misericordia, Signore della giustizia:
Abbi pietà e salva i Tuoi figli e i Tuoi fanciulli che dimorano nel Tuo mondo,
quel mondo che hai creato con amore incondizionato.
Salvali da un nemico invisibile, riscattali dalla morte, proteggili dalla minaccia.
Invia la Tua luce ad illuminare il cuore spezzato degli orfani e delle orfane, dei padri e delle madri, degli uomini e delle donne che hanno perso i loro cari.
Guarisci completamente i malati e i contagiati, quanti respirano con l’aiuto delle macchine, coloro che sono in isolamento e in solitudine, dai forza ed energia, speranza e prospettiva al Tuo popolo, alla Tua terra, al Tuo mondo.
Sovrano dell’universo, dai intelletto e comprensione ai popoli affinché rimuovano dal loro cuore in questo tempo l’ostilità per il prossimo, invia la luce della Tua intelligenza al cuore di quanti credono alle menzogne, illumina gli occhi degli ingenui che credono a complotti inesistenti, invia lo spirito della giustizia sociale e del retto giudizio in questo Tuo mondo, aiuta gli esseri umani a costruire e a piantare, ad aiutare quanti soffrono veramente, a raddrizzare le vie di questa Terra, a trovare una guarigione completa per il Tuo popolo, la casa d’Israele, in ogni luogo, e per i Tuoi figli in tutto il mondo.
Padre di misericordia, fedele al Tuo patto, è già venuto il momento che Tu mandi al Tuo mondo un annuncio di salvezza e di redenzione.
Consola tutti i Tuoi figli, dai loro pace, benedicili, invia loro luce e felicità.

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A) Che ciascuno studi di più Torah, secondo le sue capacità e la sua posizione. Uomini, donne, fanciulli e fanciulle.
 
B) Occorre incrementare il servizio divino, quello cui ottemperiamo nel nostro cuore, la preghiera. Quel che ci resta, sono la preghiera e la recitazione dei Salmi. Sia che comprendiamo fino in fondo quanto vi si dice, sia che non lo comprendiamo del tutto, con tutte le kavanot (intenti e intenzioni con cui si dice la preghiera) di Ari z”l (Ytzchaq Luria) o senza di esse. Questa è la sintesi di ciascuno degli ordini e delle disposizioni dei servizi divini con i quali serviamo il Signore. Forse conosciamo tutto ciò?! Forse lo comprendiamo?! Come disse Rabbi Shimshon di Kinon: “Io prego come un bambino”. Magari fossimo in grado di pregare in questa terribile circostanza come dei bambini!
 
C) Occorre incrementare i nostri atti di benevolenza e di dedizione gratuita al nostro prossimo. C’è chi può dare solo un centesimo in aiuto ai bisognosi, che è un atto di giustizia sociale, e c’è chi può donare una grande somma. Non è solo chi ha un enorme capitale a poter fare della ghemilut chassadim (atti di benevolenza e di dedizione gratuita al nostro prossimo). Si può compiere un atto di giustizia sociale e di carità (tzedaqà) e un atto di benevolenza e di dedizione gratuita al nostro prossimo anche con l’aiuto fisico e psicologico a chi ci è accanto. Credetemi, anche solo sorridere a qualcuno, è già ghemilut chassadim.

(1 aprile 2020)

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