Curricoli scolastici, serve ripensarli
La riapertura delle scuole è oggetto di una disamina che tocca progressivamente il tema degli spazi e quello dei tempi della formazione: risulta ormai condivisa la necessità di tenere conto che ci si educa (o diseduca) in ogni luogo, non solo in un’aula scolastica, e che ci si forma in qualunque orario e a qualunque età, lo si voglia o no. Si fa strada l’idea che la formazione a distanza possa contribuire a tale processo, ma che non può sostituire la necessaria socializzazione e confronto tra pari.
Un tema è ancora marginale rispetto a tali aspetti, importanti ma non esaustivi di quanto sarà oggetto di attenzione nel futuro: i contenuti della formazione e la revisione dei curricoli. Nel corso delle ultime settimane, tre tematiche sono, di fatto, emerse con inequivocabile chiarezza:
uno, il tema della salute e della sua prevenzione. La conoscenza della fisiologia umana è normalmente rinviata a parte del programma di “scienze”, senza assumere, in genere, una dimensione diversa da quella di cultura generale. Si tratta di valutare se tale approccio non vada modificato a favore di un tempo dedicato all’igiene e alla profilassi, individuale e collettiva;
due, il tema dell’ambiente. In questo caso, la disciplina di riferimento può variare, ma in genere la questione è trattata solo da insegnanti che hanno una personale sensibilità verso il tema, non come ambito specifico di approfondimento. La questione interessa certamente l’economia, la geografia e altre discipline che non sono presenti in tutti gli ordini degli studi e che dovranno trovare uno spazio adeguato;
tre, il tema delle relazioni interculturali. Il cambiamento demografico, tema accantonato nei giorni più acuti della pandemia, è sul tappeto da tempo, data la presenza, ormai significativa nelle scuole italiane di bambini di diversa origine e sensibilità La questione non è solo quella del confronto o del dialogo interreligioso, ma la comprensione dei processi che determinano una mobilità geografica che non ha precedenti e incide sulle forme della convivenza civile e della democrazia.
Superata una discussione necessaria ma insufficiente su quando e come aprire le scuole, si auspica che un dibattito più ampio sulla trasformazione dei curriculi ai diversi livelli di istruzione possa essere avviata.
Saul Meghnagi