Economia in cambio di sicurezza, il piano di Lapid per Gaza
I risultati dell’eterogeneo governo israeliano, il rapporto con le minoranze del paese, il piano per ricostruire Gaza in cambio di pace, la sfida comune di arginare l’Iran. Sono alcuni dei temi toccati nell’intervista pubblicata oggi da Repubblica al ministro degli Esteri d’Israele Yair Lapid. “La nostra coalizione presenta molti e diversi punti di vista – come nell’attuale governo italiano – ma grazie a discussioni ponderate abbiamo già affrontato con successo una serie di questioni complesse: la legge di bilancio, approvata finalmente dopo tre anni e mezzo, leggi anticorruzione, misure senza precedenti per colmare i divari sociali”, dichiara Lapid, sottolineando poi l’importanza della presenza in coalizione del partito arabo Ra’am. E gli investimenti fatti nel settore arabo. Sul conflitto con Gaza, richiama il suo piano “Economia in cambio di sicurezza” ed evidenzia di aver ottenuto il sostegno italiano. Il piano, spiega, è diviso in due fasi: la prima “è la riabilitazione umanitaria in cambio di una tregua a lungo termine” e con l’impegno internazionale a impedire a Hamas l’acquisto di nuovi armamenti. “La seconda fase prevede cambiamenti drastici, tra cui la costruzione di un porto, più investimenti internazionali e un collegamento diretto tra Cisgiordania e Gaza”. Sul fronte della minaccia iraniana, Lapid chiede maggior severità da parte della comunità internazionale con Teheran, in particolare all’Italia e all’Ue. Dall’altro lato avverte che “Israele è consapevole della necessità di doversi difendere sempre con i propri mezzi”.
Omicron. Prime pagine dedicate all’aumento dei contagi in Italia e non solo, con la variante Omicron che ha spinto il governo a prendere misure più restrittive. Nel decreto governativo approvato ieri si stabilisce ad esempio che per salire su autobus, metropolitane e treni regionali non basta più la mascherina chirurgica, ma è obbligatoria la più protettiva Ffp2. Dal 10 gennaio il green pass rafforzato sarà obbligatorio per molte attività: andare al cinema, a teatro e ai concerti, frequentare piscine, palestre, stadi, centri sportivi e spogliatoi. Dal Primo febbraio poi la validità del green pass sarà ridotta da nove a sei mesi (Corriere della Sera). Rispetto alle vaccinazioni, il Quotidiano nazionale riporta come Israele abbia per il momento fermato l’ipotesi di una quarta somministrazione. “Il direttore generale del ministero della Sanità Nachman Ash non ha approvato la campagna dopo aver esaminato i dati provenienti dalla Gran Bretagna secondo i quali la variante Omicron del coronavirus causa malattie meno gravi rispetto al ceppo Delta”.
Vaccino contro l’antisemitismo. “C’è una crisi della memoria, non solo rispetto agli eventi ebraici. Gli elementi che hanno formato le nostre coscienze tra i più giovani sono sfumati. L’overdose di retorica causa rigetto”. Lo evidenzia il rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni in un’ampia intervista pubblicata dal Riformista e incentrata sui temi dell’antisemitismo, antisionismo e della memoria storica. Rispetto al veleno antisemita, il rav sottolinea che è come il Covid: “facciamo i vaccini, funzionano nella maggior parte dei casi, poi arriva la variante e speriamo che vadano bene anche per questa”. Rispetto a Israele, evidenzia come ci sia “uno sbilanciamento pregiudiziale per cui ci sono i Buoni e i Cattivi, e Israele imperversa sempre tra questi ultimi. C’è una sorta di assenza di giudizio equilibrato”.
Putin e la crisi ucraina. In quattro ore di conferenza stampa di fine anno, il presidente russo Vladimir Putin ha detto di aspettarsi da Usa e loro alleati delle garanzie per la sicurezza della Russia, in particolare la rinuncia ad allargare i confini della Nato all’Ucraina. “Voi dovete fornirci delle garanzie. Voi, e immediatamente, ora”, la perentoria dichiarazione di Putin. “Il leader del Cremlino – scrive il Corriere – ha attinto a tutte le risorse del suo repertorio, alternando i toni suadenti alle minacce, la bonarietà al sarcasmo, la blandizia all’insulto appena velato”. Rispondendo a una domanda sull’Italia, scrive La Stampa, Putin ha detto che il nostro paese “potrebbe svolgere un ruolo nella normalizzazione delle relazioni tra Russia e Ue e pure sulla linea delle trattative che sono in programma ora tra la Russia e la Nato”. “Col signor Draghi abbiamo più volte parlato al telefono. Siamo in contatto in un’atmosfera cordiale e costruttiva su una serie di questioni che riguardano l’Italia nel campo dello sviluppo dei nostri legami economici”.
Il depistaggio sul caso Cucchi. I pm della Procura di Roma hanno chiesto le condanne di otto militari dell’arma dei Carabinieri per i depistaggi sul caso Cucchi. “Non si tratta di singole condotte isolate ma di un’opera complessa di depistaggi durati anni. – ha spiegato il pm nel corso della requisitoria – Quello che è emerso con evidenza dalla fase dibattimentale è che i depistaggi non si sono fermati al 2018 ma sono andati avanti fino al febbraio 2021” (La Stampa).
Carola Rackete, accuse archiviate. Per il gip di Agrigento Carola Rackete “ha agito nell’adempimento del dovere di salvataggio previsto dal diritto nazionale e internazionale del mare”. Per questo le accuse a carico della comandante della nave ong tedesca Sea Watch sono state tutte archiviate. Rackete, ricorda il Corriere, era stata “arrestata il 29 giugno del 2019 dopo aver forzato il divieto imposto dall’allora ministro dell’interno Salvini e facendo sbarcare a Lampedusa 53 migranti soccorsi nel Mediterraneo”.
Il mito di Weisz. “II genio della panchina fermato solo dai nazisti”, così il Giornale ricorda oggi la figura di Arpad Weisz, grande allenatore che portò in alto il Bologna e l’Inter, assassinato durante la Shoah.
Joan Didion (1934-2021). Tra le più importanti esponenti del cosiddetto New Journalism statunitense, è scomparsa all’età di 87 anni Joan Didion. “Con i suoi romanzi ha lottato per i diritti delle donne in un mondo occupato da uomini”, scrive oggi Antonio Monda su Repubblica, ricordando il suo ultimo incontro con Didion a New York. “Per me, Didion è stata innanzitutto la scrittrice che ha tenuto in piedi tutto – scrive invece su La Stampa Nadia Terranova – la sopravvivenza ai lutti (le sono toccati i più terribili: la figlia Quintana e il marito e compagno di vita John Gregory Dunne) e la consapevolezza che non è vero che si esce dalle mancanze”.
Daniel Reichel