“Minacciata e sotto scorta,
ma ho speranza nei giovani”

“Io che ho sentito l’odore della carne bruciata, che ho vissuto come un animale nelle baracche di Auschwitz, dopo aver visto quello che ho visto e aver sopportato quello che ho sopportato, dopo essere riuscita a tornare a una vita, da due anni e mezzo ho una scorta perché sono minacciata, ricevo parole orribili”. L’amara testimonianza della senatrice a vita Liliana Segre che occupa oggi molte pagine di giornale (Corriere, Stampa, Repubblica). Segre è intervenuta in occasione dell’annuale cerimonia organizzata a Milano al Memoriale della Shoah, che promuove l’iniziativa assieme alla Comunità di Sant’Egidio e alla Comunità ebraica della città. “Non dovrei avere più speranza, – ha aggiunto Segre – e invece eccola qui: siete voi giovani”. Ad ascoltarla infatti, decine di studenti, presenti anche nell’auditorium del Memoriale.

Ucraina, diplomazia al lavoro. Il presidente Usa Biden incontrerà in queste ore il cancelliere Scholz, mentre il presidente francese Macron visiterà il suo omologo russo Putin a Mosca prima di recarsi a Kiev. L’obiettivo principale è quello di usare la rete diplomatica per stemperare le tensioni sul confine ucraino, riporta il New York Times, con Macron che cerca di ritagliarsi, a due mesi dalle elezioni francese, il ruolo di mediatore. Washington intanto ha lanciato un preoccupato allarme per far capire a cosa si andrebbe incontro in caso di conflitto. “Fino a 50.000 civili morti, 35.000 soldati uccisi da entrambe le parti, e 5 milioni di profughi in marcia verso i Paesi dell’Unione Europea”, la valutazione della Casa Bianca degli effetti di una guerra, come riporta Repubblica.

Leadership palestinese. Nuovo segretario generale dell’Olp e linea politica. Questi i punti sul tavolo del Consiglio centrale palestinese che si riunisce, tra le polemiche, a Ramallah in Cisgiordania. Ad avviare i lavori l’intervento iniziale di Mahmoud Abbas, presidente dell’Olp. È la prima riunione in quattro anni, ricorda La Stampa, e – secondo gli osservatori – potrebbe portare al vertice dell’organizzazione Hussein al-Sheikh, fedelissimo di Abbas. Intanto a Gaza, segnala il Fatto Quotidiano, Hamas è impegnato a trovare nuove strade di propaganda. Il giornale racconta infatti come l’organizzazione terroristica stia producendo una serie (intitolata Pugno della libertà) in cui si presenta come vittoriosa davanti all’intelligence israeliana. Un prodotto che Hamas vuole lanciare per il prossimo Ramadan.

Marocco in lutto. Il piccolo Rayan, 5 anni, che per quattro giorni ha tenuto con il fiato sospeso il Marocco ed il mondo intero, mentre una mega operazione di soccorso cercava di salvarlo, è morto. L’intero paese è in lutto, come raccontano le cronache di oggi. Sui quotidiani italiani, da la Stampa al Giornale, si ricorda la tragedia italiana di Vermicino e si esprime solidarietà alla famiglia di Rayan. Condoglianze, segnala il Messaggero, sono arrivate da “Macron, da Israele, dagli Stati Uniti, dai paesi arabi vicini, dal mondo dello sport”.

Il pericolo golpe. “Polveriera Sahel”, così Domenico Quirico su La Stampa definisce l’area dell’Africa dell’Ovest, segnata da golpe e rovesciamenti di potere. “Dal Burkina Faso al Mali – scrive Quirico – il duello tra Francia e Russia per il dominio della regione africana lascia il campo libero ai jihadisti. Si rischia un nuovo Afghanistan”.

Eurovision. Con la vittoria al festival di Sanremo, Mahmood e Blanco rappresenteranno l’Italia ai prossimi Eurovision di Torino. E si sta componendo nel mentre, segnala il Corriere, la lista dei loro sfidanti. Tra questi, Michael Ben David che rappresenterà Israele. La sua canzone è intitolata “Im” ed è ispirata alla sua biografia. Un riscatto rispetto al bullismo subito durante la sua infanzia.

Avvocatura e Memoria. Il Dubbio intervista il nuovo presidente della Fondazione dell’avvocatura torinese Fulvio Croce Enrico Maggiora che evidenzia l’importanza di ricordare la pagina nera delle leggi razziste e dell’espulsione dall’albo degli avvocati dei colleghi ebrei nel 1938. “Una vergognosa pagina dell’avvocatura, anche qui da noi come negli altri Fori, ma anche”, spiega Maggiora, “uno straordinario caso di Resistenza: perché molti di quei 54 colleghi vittime dell’orrenda discriminazione reagirono con orgoglio, e in tanti, dopo la guerra, ripresero a esercitare la professione”.

Daniel Reichel