DAFDAF – Parlare ai più piccoli, e ascoltarli
Uno scambio fra Winnie the Pooh e Pimpi, due personaggi molto amati dai giovani lettori, occupa le pagine centrali di DafDaf, che la redazione del giornale ebraico dei bambini ha voluto dedicare a tutti coloro che in queste settimane devono fare i conti con pensieri cupi. Sono due pagine intitolate proprio “I Pensieri Cupi” concepite come un poster che si può estrarre dal numero 143 di DafDaf, in distribuzione in questi giorni, o che potete scaricare e stampare. A volte partire da una storia può aiutare ad affrontare la sofferenza e l’angoscia che anche i più piccoli certamente sentono in queste settimane, e noi abbiamo deciso di lasciare a ognuno la decisione, e la scelta se e come affrontare l’argomento. Nonostante la linea di DafDaf sia sempre stata che di tutto si può e anzi si deve parlare, pur con grande attenzione e cercando i toni più adatti, questa volta l’abisso è tale che non ci siamo sentiti di dare spazio al racconto del terrorismo e di cosa è successo in Israele il 7 ottobre. Non possiamo cambiare il mondo, esattamente come spiega Pimpi a Pooh, e come lui non abbiamo intenzione di riprodurre i soliti luoghi comuni su come tutto andrà bene perché, appunto, non lo sappiamo. Ma vogliamo ascoltare i piccoli, provare a sostenerli, possiamo cercare di rassicurarli, e far loro sentire che ci siamo, che siamo insieme anche in questo. a.t.
I Pensieri Cupi
“Pimpi?”, disse Pooh.
“Sì?”, disse Pimpi.
“Ho paura”, disse Pooh.
Per un attimo rimasero in silenzio.
“Ti va di parlarne?”, chiese Pimpi, vedendo che Pooh esitava ad aggiungere altro.
“È solo che ho così tanta paura”, sbottò Pooh. “Ho così tanta ansia perché la situazione sembra non stia migliorando affatto. Anzi, sembra quasi stia peggiorando. Le persone sono arrabbiate perché hanno paura, e si rivoltano l’una contro l’altra, e sembra non ci sia un modo per uscire da questa situazione, e sono preoccupato per i miei amici e le persone che amo, e vorrei tanto poterli abbracciare tutti, e oh, Pimpi! Ho così tanta paura e non so dirti quanto vorrei che non fosse così”.
Pimpi era pensieroso, guardava l’azzurro del cielo che faceva capolino tra i rami degli alberi del Bosco dei Cento Acri e ascoltava il suo amico.
“Io sono qui”, disse semplicemente. “Ti sento, Pooh. E sono qui”.
Per un attimo Pooh rimase perplesso.
“Ma… non hai intenzione di dirmi di non fare lo sciocco? Che devo smetterla di farmi prendere dallo sconforto e che dovrei darmi una calmata? Che è difficile per tutti in questo momento?”.
“No”, disse Pimpi con decisione. “No, non ho proprio intenzione di dirti nulla del genere”.
“Ma…” disse Pooh.
“Non posso cambiare il mondo in questo momento”, continuò Pimpi. “E non ho intenzione di rigirarti i soliti luoghi comuni su come tutto andrà bene, perché non lo so. “Ma c’è qualcosa che posso fare, Pooh, ed è assicurarmi che tu sappia che io sono qui. E che sarò sempre qui, ad ascoltarti, a sostenerti e a rassicurarti del fatto che c’è qualcuno che ti ascolta”.
“Non posso far scomparire tutti i Pensieri Cupi che provi, non posso proprio.
“Ma posso prometterti che, finché respiro… non dovrai mai affrontarli da solo”.
Ed era strano, perché proprio mentre Pimpi parlava, Pooh cominciò a sentire quei Pensieri Cupi allentare la loro presa su di lui e sentì un paio di loro sgattaiolare via nella foresta, intimoriti dal suo amico che sedeva lì, fermo, accanto a lui.
Pooh non era mai stato così grato di avere Pimpi nella sua vita.
Testo tradotto da Annadora Zuanel, studentessa di Comunicazione Interlinguistica Applicata presso la Sezione di Studi in Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori dell’Università di Trieste e tirocinante presso la redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
tratto da Winnie the Pooh, A. A. Milne