DAFDAF – Una scacchiera per essere liberi

Gli scacchi richiedono intelligenza, pazienza e molta molta strategia – scrive Daniel Reichel – e sono stati protagonisti di un  torneo nazionale, organizzato in Israele a fine gennaio.

Ad Acri, nel nord del paese, si sono ritrovati in tantissimi: il giocatore più giovane aveva 9 anni, il più anziano 78.

Uomini e donne, ebrei, arabi, drusi, un mix di partecipanti molto diversi tra loro, ma accomunati dalla passione per un gioco appassionante. Il torneo, organizzato dalla Federazione scacchistica israeliana, è durato nove giorni, un modo per sfidarsi, stare insieme e anche per dimenticare il momento difficile.

Buona lettura!

a.t.

Una scacchiera per essere liberi

Essere bravi giocatori di scacchi non è semplice, ma imparare a giocarci è invece molto semplice. Tutti possono farlo e con questo spirito ad Acri, nel nord d’Israele a fine gennaio è stato organizzato un torneo nazionale per tutte le età. 

Il giocatore più giovane aveva 9 anni, il più anziano 78. C’erano uomini e donne, ebrei, arabi, drusi. Un mix di partecipanti diversi tra loro, ma accomunati dalla passione per un gioco che richiede intelligenza, pazienza e molta molta strategia.

Il torneo era organizzato dalla Federazione scacchistica israeliana, è durato nove giorni, e ha attirato persone da tutto il paese. Un modo per sfidarsi, stare insieme e dimenticare il difficile momento di guerra. “Invece che stare seduti a preoccuparsi, si gioca. È terapeutico”, ha raccontato al Times of Israel Avi Cohen, il cui figlio Israel era, a 9 anni, il più giovane giocatore del torneo. 

Gli scacchi insegnano a prendere decisioni da soli”, ha spiegato Cohen. “Migliorano la tua mente”. 

Anche per questo in Israele nel 2015 è iniziato un programma nelle scuole per insegnare ai ragazzi le regole del gioco. Impararle non è complicato, ma serve una buona memoria. Si gioca in due su una scacchiera. Ogni avversario ha a disposizione 16 pedine, o meglio pezzi: 1 re, 1 donna, 2 torri, 2 alfieri, 2 cavalli ed 8 pedoni. Ognuno di questi si muove in un modo specifico sulla scacchiera. Non elencheremo qui tutte le regole, ma il modo per migliore per imparare è chiedere a un genitore, o a una sorella, o a un amico di spiegare passo passo cosa bisogna fare. 

Al giovane Israel ad esempio è stato il padre Avi ad insegnare tutto. A un celebre scacchista israeliano, Natan Sharansky, era stata la madre. “Insegnò a me e mio fratello. – ricordava a Pagine Ebraiche lo stesso Sharansky – E la scacchiera divenne ben presto il mio modo di esprimere la mia libertà. Nel gioco, la tua mente è libera di articolare ogni ragionamento. Di vagare senza paura di essere confinata. Nell’immaginare le diverse e quasi infinite mosse, hai la possibilità di superare ogni limite, ogni barriera”. 

Attenzione le regole sono semplici, ma essere bravi e vincere non lo è. 

Bisogna avere pazienza, come Melan Halbi, 10 anni, di Beit Jann, un villaggio in Galilea. “Melan ha scoperto che gli scacchi si adattano al suo carattere sotto tutti i punti di vista: pazienza, necessità di pensare e gusto per la competizione”, ha raccontato sempre al Times of Israel, il padre di Melan, Walid. “Per lei è più di un gioco, è una questione d’amore”.

d.r.